cura di:
Marco Colla
Medico Chirurgo – Omeopata BIELLA
Docente Scuola di Medicina Omeopatica Similia Similibus di Torino
studio@marcocolla.it
Monica Delucchi
Medico Chirurgo – Omeopata GENOVA/BRESCIA
Docente Scuola di Omeopatia Centro Studi La Ruota di Milano
monica.delucchi.csr@gmail.com
Ivano, un caso complicato
Moreno Bolzon
Medico Chirurgo – Omeopata
Spec. Anestesiologia, Rianimazione e Terapia del Dolore
CASTELFRANCO VENETO (TV)
morenobolzon@gmail.com
Ivano ha 83 anni. Lo vedo per la prima volta in studio nel gennaio 2023, accompagnato da moglie e figlia. Di media altezza e robusto, mi saluta rispettoso, ha modi decisi, quasi bruschi, ma è gentile, ha uno sguardo che scruta velocemente attorno, abbozza un sorriso ma il volto esprime sofferenza e timore, stringe la mano con presa forte, cammina con una certa indecisione, ma poi una volta capito dove andare il passo è veloce, si siede senza perdere l’equilibrio, ma i movimenti non sono sciolti. Ha respiro decisamente rapido e superficiale.
La figlia mi presenta un pacco voluminoso di documentazione e mi racconta.
Ora in pensione, Ivano ha lavorato come vetraio e poi come ragioniere. Ha praticato attività sportiva fino a oltre gli 80 anni (alpinismo a ottimi livelli, poi ciclismo). Ha abitudini di vita regolari.
Già iperteso, affetto da epatite B cronica, riferisce malessere e dispnea per minimi sforzi due giorni dopo la seconda dose della vaccinazione per SARS-CoV-2 nel giugno 2021.
Gli accertamenti cardiologici portano ad eseguire una coronarografia, che dimostra la presenza di stenosi coronariche critiche e subcritiche (50-70%). La situazione rimane invariata fino al luglio 2022, quando subisce un ricovero per un attacco ischemico transitorio (TIA), con disturbo dell’eloquio di alcune ore completamente regredito e con accertamenti neurologici negativi. Durante la degenza viene riscontrato un blocco atrio-ventricolare completo trattato con posizionamento di pacemaker bicamerale e terapia antiaggregante con clopidogrel.
Il mese dopo effettua un altro accesso in Pronto Soccorso per dispnea, definita “out of proportion” rispetto al quadro strumentale e obiettivo valutato poi dallo pneumologo. Anche l’ecocardiogramma dimostra una morfologia e una funzionalità cardiache nella norma con lieve scollamento e fibrosi dei foglietti pericardici.
A settembre viene posto il sospetto di “long COVID postvaccinale/perimiocardite secca su base autoimmune”, sui seguenti sintomi: “mental fog”, formicolii, parestesie, disturbi mnesici, tachicardia, stanchezza cronica, ipoacusia, insonnia, eruzioni cutanee, prurito, nausea, meteorismo intestinale1,2,3.
Risultano positivi ANA ed ENA.
Nello stesso mese, torna in PS per cardiopalmo, precordialgie atipiche e dispnea da sforzo: durante questo ricovero viene riscontrata infezione da SARS-CoV-2 paucisintomatica ed effettuata nuova diagnosi di diabete mellito. Il riscontro in più occasioni di iponatriemia porta poi alla diagnosi di SIADH con natura non evidente, sierologia positiva per S. di Sjogren, e all’inizio di terapia steroidea in aggiunta alla polifarmacoterapia già in corso (lansoprazolo, clopidogrel, atorvastatina, olmesartan, amlodipina, bisoprololo): questo porta un parziale beneficio per la dispnea, che invece non migliora con la fisioterapia.
A dicembre 2022 alla visita cardiologica si sottolinea nuovamente la presenza di una sintomatologia decisamente sproporzionata rispetto al quadro clinico-strumentale
Ivano dice “voglio guarire, dottore, lei mi dica cosa devo fare e io lo faccio, ci organizziamo, si fa quel che c’è da fare”. Ha un respiro decisamente rapido e superficiale, con SaO2p 94%, MV diffusamente inasprito, polso a riposo a poco meno di 80 bpm, con PA sistolica ai limiti superiori e diastolica lievemente elevata. Mi chiedo come il test PFR potesse essere nella norma solo pochi mesi prima: sta forse peggiorando in modo progressivo e rapido?
Ha problemi ingravescenti di memoria a breve termine e di disorientamento S/T, sta progressivamente perdendo iniziativa motoria e anche ideativa e tende ad assopirsi durante il giorno, non fa più i lavori soliti in casa o in giardino (“prima faceva tutto lui”), il sonno è agitato e la mattina si alza a fatica.
Ivano è di poche parole, e in questo primo incontro trasmette una richiesta disperata di poter tornare a respirare dignitosamente al più presto e liberarsi di questa morsa angosciante. Posso osservare in prima persona una piccola crisi di alcuni secondi con blinking dell’OS, sguardo incantato-fisso, come con spavento, con accelerazione del respiro, e aumento dei battiti ectopici al polso, ma resta sempre responsivo, la cute del volto si arrossa per la durata della crisi. Queste crisi si presentano da qualche tempo.
Iniziamo subito una terapia antiossidante sia endovenosa che orale e resettiamo le abitudini quotidiane alimentari e di movimento, sotto stretta sorveglianza di moglie e figlia che mi danno feedback ogni 2-3 giorni. Lo rivedo due settimane dopo e posso osservare un lieve miglioramento, così come dopo altre due settimane: troppo poco e troppo lento. Iniziamo quindi sedute di Ossigeno-Ozono terapia sistemica 2 volte la settimana inizialmente, in aggiunta a quanto già in corso.
Propongo – col senno di poi troppo timidamente – di inserire una dose quotidiana di Bothrops lanceolatus 30 CH in granuli. Scelgo il rimedio sulla base dell’interessamento in buona parte cardiocircolatorio e respiratorio del suo caso, della rubrica dei rimedi per danni da vaccino anti-COVID19 in repertorio e degli studi riportati dal Dr Galli al congresso FIAMO dell’Ottobre precedente.5
Intanto gli esami di Laboratorio richiesti mostrano, oltre a fibrinogeno e D-dimero ai limiti superiori del range, una sierologia anti-Spike con un titolo decisamente elevato, considerata la distanza di tempo dalle inoculazioni.

Dopo 6 settimane di terapia combinata, Ivano mostra una respirazione più tranquilla, con migliore escursione toracica, non ha più avuto crisi di dispnea al minimo sforzo, la SaO2 ha guadagnato 2-3 punti (96-97%), le crisi si sono ridotte di numero e durata (pochi secondi), la pressione va meglio, riposa anche meglio la notte e ha più energia.
Sta diventando però difficile controllare la sua fame, è esagerata. Appena può, mangia quello che trova, soprattutto frutta e dolci, ma non solo, non ha misura, addirittura di notte, e questo aspetto sta diventando di difficile gestione, soprattutto per il suo diabete. Questo rende necessario iniziare terapia con metformina.
Trascorre due mesi abbastanza buoni su tutti i fronti, tanto da poter fare ginnastica, camminate di 3 o 4 km, e tanto da riuscire a tornare ogni tanto nell’ex-ufficio a dare una mano a sistemare l’archivio; quando è più “ordinato” a tavola, anche la memoria va meglio ed è più partecipe, qualche volta gli scappa anche una battuta nelle conversazioni. Procede assumendo Bothrops l. 2 o 3 volte la settimana fino all’inizio estate.

Sembra però che fatichi a migliorare ulteriormente dal punto di vista neurologico, con memoria e orientamento S/T, come se fossimo a un punto di stallo: forse la reazione infiammatoria neurogliale e mastocitaria scatenata dalla proteina Spike sta procedendo profondamente e progressivamente?
La risonanza effettuata a maggio dimostra le alterazioni dell’encefalopatia vascolare e segni di atrofia cerebrale, mentre una PET-TC a luglio evidenzia alterazioni diffuse potenzialmente attribuibili a neurodegenerazione o flogosi. Neurologo e neuroradiologo non si sbilanciano e non pongono indicazioni a ulteriori esami.
A settembre Ivano mostra un aumento del volume addominale con difficoltà digestive. Mentre aspetta di effettuare ETG addominale, cade in casa e viene ricoverato per trauma cranico e vasto ematoma sottocostale destro; la TC dimostra linfoadenopatie toraciche e carcinosi peritoneale con macronoduli e modesta falda ascitica.
Nei giorni successivi al trauma sostituisce Bothrops con Arnica montana, 30 CH 3 volte al dì, che continua per diverse settimane considerando l’entità del trauma; comunque il rimedio è elencato tra quelli pertinenti ai danni da vaccino6,7.
Gli oncologi decidono di non procedere con la biopsia per età e rischi procedurali, quindi Ivano riprende la terapia in corso. Successivamente compaiono altre secondarietà e aumenta l’ascite, rendendo necessario il diuretico.
A dicembre viene contattato il gruppo del dott. Spinedi per iniziare la terapia secondo il suo metodo.
Durante le vacanze di Natale Ivano cade di nuovo e, nel sospetto di crisi epilettica, viene iniziata terapia con levetiracetam e tolvaptan per correggere l’iponatriemia.
A inizio Gennaio 2024 Ivano assume una dose unica di Lycopodium clavatum. 200 CH, unitamente a dietoterapia e antiossidanti. Il lento e progressivo miglioramento clinico consente di sospendere il levetiracetam, poco tollerato, e l’ECG di controllo non evidenzia più anomalie epilettiformi.
Anche se la neoplasia avanza (ad aprile si rende necessaria paracentesi con evacuazione di 2 litri di ascite) Ivano sta sorprendentemente bene, digerisce bene, non ha dolori. A giugno è ulteriormente migliorato di energia, tono generale e anche dal punto di vista cognitivo, nella memoria e nelle interazioni. Sono rimasti stabili anche i valori ematici, l’addome è rimasto sgonfio.
Purtroppo alla fine di giugno presenta un ictus cerebrale con emiparesi flaccida a sinistra. Riesco a vederlo 36 ore dopo, a casa perché per le condizioni generali i colleghi delle cure palliative non ritengono indicato il trasporto e hanno deciso di “accompagnarlo” con la sedazione. Ivano è cosciente ma terrorizzato, ha febbre con volto arrossato acceso, polsi sia radiali che carotidei scuotenti e convulsioni addominali alte, mai viste prima; non ci sono segni di ipertensione endocranica nemmeno ecografici; inizio a somministrare Belladonna 30 CH ogni ora e poi ogni due, con scomparsa delle convulsioni già a venti minuti dalla prima assunzione.
In tarda serata stessa passa a Bothrops lanceolatus 30 CH ogni 3 ore e poi riducendo la frequenza nei giorni successivi per circa 5 giorni. A questo punto dopo un rapido miglioramento Ivano muove gli arti e riesce ad essere mobilizzato in carrozzina; la TC è negativa sia per emorragie che per ischemie.
Passiamo quindi a Causticum 200 CH, 2 somministrazioni a distanza di 2 giorni: dopo pochi giorni Ivano è in grado di alzarsi da solo per andare in bagno, con gran stupore di tutti. Con la fisioterapia, ha un recupero neuromotorio pressochè totale.
Un ritorno delle sue lievi crisi convulsive faciali con blinking non sono scomparse con una nuova dose di Causticum e, su consiglio del gruppo di Lugano, anche in considerazione del nuovo aumento dell’ascite e dell’astenia (pur con appetito e coscienza conservati), si riprende terapia con Lycopodium 200 CH.
Mentre scrivo, Ivano ha ripreso a fare la sua passeggiata e sta decisamente meglio.
Alcune considerazioni
Ivano ha avuto una prima fase di evidente miglioramento, soprattutto cardiocircolatorio e respiratorio, ma anche energetico generale, corrispondente all’assunzione di Bothrops.
La scelta di Bothrops è stata motivata dal coinvolgimento sistemico prevalentemente cardiocircolatorio e respiratorio del paziente, in un quadro di “Long Covid” post-vaccinale (confermato dagli esami), quindi con un ragionamento basato sulla fisiopatologia della reazione infiammatoria alla Spike vaccinale, compresa l’endotelite e le sue complicanze.1,2, 3, 5
Va detto che le informazioni sul serpente Bothrops nella Materia Medica e nel Repertorio omeopatico sono modeste (circa 680 voci repertoriali a fronte di 24.700 per Lachesis) e la patogenesi è basata quasi solamente sui dati derivanti dagli avvelenamenti da morso del serpente, quindi limitata per lo più ai sintomi organici e lesionali.4 Inoltre, molti sintomi della patogenesi di Bothrops non sono stati trasferiti nei Repertori e che molti di questi coprono bene sintomi importanti del quadro clinico che sono riferiti solitamente a policresti quali Bry., Gels., Ars., Phos., Lach. ecc. più spesso emergenti dalle repertorizzazioni abituali.
Dopo questa prima fase, c’è stato un arresto del miglioramento e la diagnosi di neoplasia.
Qui si inserisce la scelta di Lycopodium da parte dei colleghi di Lugano, su base costituzionale, pur considerando tutte le difficoltà della prescrizione a distanza e del quadro clinico molto complicato.
Abbiamo quindi avuto la seconda fase di miglioramento, sorprendente non solo a livello splancnico (il versamento ascitico si è autolimitato, la funzionalità gastrointestinale è tornata regolare e asintomatica, il sistema cardiocircolatorio è rimasto stabile), ma anche a livello mentale, nella memoria, nell’orientamento, nel dialogo, nell’umore, con una migliore fluidità di tutte le funzioni superiori e complessivamente una miglior qualità di vita.
L’evento ictale con i sintomi che ho osservato mi hanno indirizzato verso Belladonna, che ho scelto dopo aver preso in considerazione anche altri rimedi, tra cui Glonoinum per le pulsazioni violente, Aconitum per la grande paura, Opium, Lachesis, Gelsemium, tutti rimedi che dal punto di vista sintomatico mi convincevano meno di Belladonna: di fatto, la risposta clinica che ho potuto verificare è stata sorprendente.
La scelta di passare nuovamente a Bothrops in questa circostanza è stata basata sull’ipotesi “probabilistica” che si trattasse di un ictus ischemico, insorto all’interno del quadro vasculitico e neoplastico, e sulla spiccata lateralità del rimedio.
Nella scelta di Causticum, è stata determinante l’esperienza delle casistiche dei Pareek8: “…quando si presenta ipotonia o emiplegia, passato lo stadio acuto, Causticum riporta la naturale tonicità degli arti, elimina le contratture e la spasticità e restituisce flessibilità ai muscoli e ai tendini dopo gli stati acuti neurologici…”. Ed è successo esattamente così: dopo la fase plegica dei primi giorni, Ivano ha iniziato tornare progressivamente a flettere, con contrattura però alle estremità. Qui Plumbum potrebbe condividere qualche sintomo, ma Ivano non aveva né un dolore molto importante, nè l’addome tipico di Plumbum.
Di sicuro, includendo nella repertorizzazione la lateralità sinistra, il risultato sarebbe in parte cambiato, come si evince dalle tabelle sottostanti.


Tutto questo apre la porta a riflessioni e domande importanti.
Ivano avrebbe probabilmente potuto giovarsi prima di un rimedio costituzionale, se non miasmatico, e questo ci fa capire quanto sia importante la piena presa in carico del paziente. Pur avendolo sempre visitato con una frequenza settimanale o quindicinale, e mensile solo nei periodi di miglior andamento clinico, quanto ho avuto “libertà dai pregiudizi, e sensi sani, attenzione nell’osservare e fedeltà nel tracciare il quadro della malattia” (Organon, par. 83)? Quanto ho “annotato accuratamente tutto ciò che il paziente e i suoi familiari hanno raccontato con le medesime espressioni che essi hanno usato” (par. 84)? Quanto son “tornato su ogni sintomo particolare e ho chiesto informazioni più precise” (par. 86)? E quanto invece mi sono accontentato del primo miglioramento avuto? Sicuramente non ho mantenuto lo sguardo teso alla “causa fondamentale, che generalmente è dovuta a un miasma cronico”, fermandomi alla “causa occasionale” (par 5). Ma il punto è che veramente la forza vitale risponde e svela man mano su quali equilibri sta camminando.
Altra considerazione è già stata detta sopra, e riguarda la necessità di realizzare patogenesi sperimentali omeopatiche dei rimedi meno conosciuti, che potrebbero avere un ruolo importante in virosi epidemiche e non solo.
Certo da ultimo non va dimenticato che, avendo il paziente necessariamente ricevuto altre cure in contemporanea, farmacologiche e non, non è facile stabilire in modo inequivocabile quale peso specifico abbiano avuto Bothrops e Lycopodium nel medio-lungo periodo delle fasi di miglioramento, ma gli effetti dei rimedi sono stati immediati ed evidenti.
Riferimenti bibliografici
Bellavite P, Ferraresi A, Isidoro C. Immune Response and Molecular Mechanisms of Cardiovascular Adverse Effects of Spike Proteins from SARS-CoV-2 and mRNA Vaccines Biomedicines, 11, 451 (2023).
Mc Cullough P. Donzelli A. et al. Autoimmune inflammatory reactions triggered by the COVID-19 genetic vaccines in terminally differentiated tissues. Autoimmunity (56)1. (2023).
Calabrese F. et al. Pulmonary pathology and COVID-19: lessons from autopsy.The experience of European Pulmonary Pathologists; Virchows Archiv 477:359–372 (2020).
https://lens.monash.edu/@coronavirus-articles/2020/05/07/1380319/snakes-alive-venom-may-play-a-role-in-the-fight-against-covd-19.
Galli E. Study on the use of snake venom homeopathic remedies in the treatment of coagulopathy from Covid-19, Il Medico Omeopata N°75, FIAMO (2020).
Gasparini L. et al. Metodologia Clinica Omeopatica nel Covid-19 Parte 1-2-3-4 (Homeopathic Clinical Methodology for Covid-19 Part 1-2-3-4), ResearchGate.net, (2020).
Fraser P. Serpenti. Estrarre il potere dal mondo sotterraneo. Ed.SalusI nfirmorum 2014. Hahnemann C F Organon dell’arte di guarire. Salus Infirmorum, 2017 – 2a ed.
Pareek RS, Pareek A. Patologie acute ed emergenze cliniche in omeopatia. Salus Infirmorum, 2019.
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