Calendula officinalis
Un caso clinico
SUMMARY
Thirty-two-year-old man diagnosed with psoriatic arthritis from early life, recurrent periungual infections in his toes, which go so far as to reduce walking ability, sense of fatigue in a subject devoted to compulsive sports activity, aimed primarily at enhancing his image rather than physical performance. Steroid therapy followed by methotrexate did not produce satisfactory results, if anything – at least subjectively – worsened his coenesthesia, while homeopathic therapy with the remedy Calendula officinalis, in progressive Q potencies, markedly improved the pathology until restitutio ad integrum within about 15 months. By his own admission, the patient also progressively improved the quality of his life from a relational and affective point of view.
KEYWORDS
Psoriatic arthritis – Ingrown nails – Compulsive sports activity – Cult of body image.
RIASSUNTO
Uomo di 32 anni con diagnosi di artrite psoriasica dai primi anni di vita, ricorrenti infezioni periungueali agli alluci, che arrivano a ridurre la capacità deambulatoria, senso di affaticamento in un soggetto dedito all’attività sportiva compulsiva, mirata essenzialmente al potenziamento della sua immagine piuttosto che alla prestanza fisica. La terapia con steroidi seguita da metotrexato non ha prodotto risultati soddisfacenti, semmai – almeno soggettivamente – ha peggiorato la sua cenestesi, mentre la terapia omeopatica con il rimedio Calendula officinalis, in progressive potenze Q, ha nettamente migliorato la patologia fino alla restitutio ad integrum nel giro di circa 15 mesi. Per sua stessa ammissione il paziente ha progressivamente migliorato la qualità della sua vita anche dal punto di vista relazionale e affettivo.
PAROLE CHIAVE
Artrite psoriasica – Unghie incarnite – Attività sportiva compulsiva – Culto dell’immagine corporea.
LEGENDA
Gli asterischi “*” indicano quanto intensamente è stato riportato dal paziente.
Quando preceduti dal simbolo “§” c’è stato un mio intervento o una domanda che non considero significativa da riportare.
La sottolineatura indica quella che definisco una “caratteristica” dei rimedi simili ad Arnica che conosco, quelli che, a mio avviso, si prestano a dubbi di diagnosi differenziale (come altri casi pubblicati nei recenti numeri su questa rivista).
Il grassetto indica una parte di testo “specifica” per Calendula officinalis, ossia sintomi, temi o altre informazioni relative al rimedio che, in questo caso, aiutano a dirimere dubbi diagnostici. Qualcosa che esprime Calendula e non altri rimedi con cui potrebbe essere confuso.
Il MAIUSCOLO si riferisce a una particolare enfasi, sottolineatura, aumento del tono di voce, cambiamenti evidenti dello stato emotivo del paziente nel pronunciare quelle parole.
I sintomi riportati in lessico repertoriale sono stati estrapolati dalla seconda versione del repertorio Suggesta.
INTRODUZIONE
La scelta di presentare un caso di Calendula officinalis, dopo quello di Echinacea del numero scorso, vuole sottolineare quanto alcuni rimedi della nostra farmacopea siano rimasti poco utilizzati nelle patologie croniche nonostante gli eccellenti risultati in ambito fitoterapico o di rimedi preparati omeopaticamente dove, però, la pianta resta comunque un “principio attivo” declinato sempre come ponderale.
La nostra letteratura riporta l’uso della tintura di Calendula diluita, persino in chirurgia di guerra ai primi del secolo scorso, con effetti disinfettanti e cicatrizzanti superiori alla tintura di iodio, usatissima al tempo. Il limite della tintura stemperata era solo economico, quindi riservata agli alti gradi dell’esercito o ai casi particolarmente gravi. Molto interessante l’esperienza sul campo dei medici di guerra che avevano osservato quanto l’effetto cicatrizzante della tintura pura fosse così marcato da rischiare l’epitelizzazione di una ferita prima che la sutura avesse terminato la sua funzione, un effetto “collaterale” che ho avuto modo di sperimentare qualche volta a mie spese diversi anni fa, prima di superare il mio lato San Tommaso e inchinarmi alla saggezza dettata dalla sperimentazione.
In medicina omeopatica Calendula, come Echinacea, resta ancora un piccolo rimedio.
Vorrei sottolineare, infine, la particolare e antica tassonomia simbolica di Calendula rispetto ad altre piante simili ad Arnica, infatti molti autori del passato annoverano il “primo frore” tra le piante venusiane, diversamente dalla marzialità di Arnica o Bellis perennis. Mi sono sempre chiesto come mai. Ancora oggi non sono sicuro di avere una risposta sensata, ma mi colpisce come i pazienti che ho trattato con successo dimostrino un culto della propria immagine fisica chiaramente più mirato alla propria bellezza, a come si vedono e sentono di essere visti piuttosto che alla vera prestazione muscolare.
Chissà …
Al di fuori dell’uso fitoterapico le varie calendule sono spesso usate per scopi ornamentali e cerimoniali, soprattutto nei matrimoni come nei funerali (è assolutamente vietato fare battutacce!).
IL CASO CLINICO
Alessandro, 32 anni, viene inviato da un collega reumatologo con cui collaboro da tempo. Il classico fotomodello dai muscoli scolpiti e dall’aspetto da macho di una pubblicità per profumi. Tutto si direbbe tranne che sia ammalato, se non per le profonde occhiaie che sono l’unico elemento distonico della sua bellezza.
Arrivato in studio Alessandro nota che la mia segretaria usa un dispositivo per i pagamenti dei pazienti ormai obsoleto, soprattutto più costoso come servizio, e molto educatamente, le suggerisce qualcosa di meglio, senza alcun interesse personale.
Visti gli esami di laboratorio e l’obiettività dei sintomi il collega descrive senza dubbi una artrite psoriasica. Gli indici infiammatori aspecifici sono pure piuttosto elevati e mi accorgerò solo dal mio esame obiettivo della reale difficoltà deambulatoria che, fino a quel momento, Alessandro aveva mascherato benissimo.
Riporta spontaneamente:
*** “Disturbi alle articolazioni da qualche mese.
Per me sono da ricollegare alla aggiustatura che mi hanno fatto al ginocchio lo scorso anno. Poi mi hanno consigliato delle altre terapie … ma in seguito mi si è strappato tutto il polpaccio. Poi mi hanno fatto gonfiare anche l’altro ginocchio e poi una tendinite da tutti e due i lati … poi mi si è infiammato un po’ tutto.
Allora un mio mentore mi ha consigliato di andare da uno specialista che, visti gli indici infiammatori alti e poi gli esami specifici, ha fatto una diagnosi di ARTRITE PSORIASICA …
§ Io pratico culturismo da anni: una disciplina che richiede una grande preparazione fisica, e pensavo fossero doloretti … poi si è aggiunto un dolore lombosacrale … e ho dovuto sospendere qualsiasi attività fisica.
Una mattina mi sono svegliato senza il polpaccio (intende la forma della gamba, ndr) e con la gamba gonfissima e non avevo fatto niente e così mi hanno detto che si era strappato e risalito (il muscolo gemello, ndr) …
Dopo due mesi di riposo riprendo a fare un po’ di allenamento e poi spunta dal giorno alla notte una tendinite a tutti e due i tendini di Achille § un dolore fortissimo che non potevo ruotare la caviglia …
Faccio fatica anche adesso, nonostante le settimane di cortisone.
§ Non era rosso, ma caldo e gonfio, e poi l’ematoma interno che mi partiva da sotto al ginocchio e risaliva su per la coscia: senza polpaccio e con la coscia grossa il doppio. Sembravo un alieno! E poi non riuscivo a camminare e alla visita mi hanno riscontrato anche una doppia pubalgia …
Ho iniziato con il cortisone … ma nessun risultato.
Mi hanno fatto prendere il metorexato … ma dopo 4 mesi di terapia sto peggio di prima …
§ Adesso mi sento inebetito e come dolori vado malissimo …
§ Prima ero piuttosto stanco … adesso non riesco proprio a fare più niente: il gonfiore alle articolazioni mi crea un gioco articolare per cui ho difficoltà a restare in equilibrio e se provo a stare in piedi dopo poco devo andare a letto e mi sento così debilitato che non riesco a fare niente …
§ I dolori più intensi sono ai tendini di Achille e ai gomiti … e mi faceva molto male la schiena: dai dolori alle scapole poi sono passato a tutta la schiena e il male andava a veniva con una certa regolarità … insieme a un senso di gelo che non so proprio da dove potesse arrivare!
Ora sono tutto bloccato, così tanto che non riesco quasi più a muovermi …
§ Ho iniziato con un dolore … non so come dire … che non mi entrava nella profondità dei muscoli … poi ha iniziato a infiltrarsi dentro di me e ora ho un irrigidimento e la sensazione che se provo ad allungare qualsiasi muscolo, quello oppone molta resistenza …
Se provo a fare un po’ di stretching mi fa stare meglio ma io … sono abituato ai miei muscoli belli grossi e ora sembro un biafrano…”.
Domando se abbia mai accusato problemi cutanei:
** “HO LA PSORIASI DA QUANDO HO 4 anni ma … modestissima … non ho quasi niente sulla pelle (mostra una lieve eruzione sui gomiti e sulle ginocchia, ndr).
Ho avuto un’acne pesantissima che per guarirla mi hanno dato dei farmaci come la isotretinoina per diversi mesi e poi ancora ciclicamente e per anni: dai 16 ai 26 anni.
Ero disperato perché tutte le altre cure erano state del tutto inefficaci …
§ Inizialmente nella schiena, ma poi avevo una faccia che non si poteva guardare …
E io ci tengo MOLTISSIMO al mio aspetto fisico e sono stato colpito proprio lì: sulla pelle e su quella del viso …
§ Ho avuto spesso infezioni partite dalla pelle … se non ricordo male la chiamavano erisipela. So che il mio pediatra ha dovuto lavorarci molto su questo problema e che da bambino mi hanno dato molti antibiotici … come mi facevo una sbucciatura mi trovavo con il braccio o la gamba gonfia …
§ Anche ora se mi faccio una sbucciatura è quasi automatico che si infiammi o si infetti se non uso subito l’antibiotico …”.
Domando se ricorda qualche possibile difficoltà nella sua vita prima di ammalarsi:
** “È stato un periodo davvero stressante perché cercavo di conciliare diversi interessi: da un lato la mia disciplina, che mi stava facendo arrivare alle vette di successo a cui puntavo da anni …
Poi mi avevano offerto un lavoro per una finanziaria … anche lì era da tempo che mi preparavo a questo: io ci so fare molto con le persone e loro capiscono che si possono fidare di me, che non sono lì solo per fare un lavoro, ma sinceramente anche per aiutarli. Le banche pensano solo ai loro interessi … e non è giusto. Si possono fare soldi, e tanti, ma anche correttamente, seguendo un’etica che non deve mai mancare.
Poi un problema con una ragazza a cui tenevo troppo … ma c’erano troppe differenze di scelte di vita … io non posso concepire una vita insieme senza i miei amici e una vita sociale …
Io sono una persona solare. E so che ci sono momenti belli e altri peggiori … e cerco di affrontare le cose in modo propositivo …
Ci tengo davvero molto all’opinione che si fanno di me … e poi è anche una cosa personale la cura del proprio corpo. Penso che piacere e piacermi non siano due concetti distinti …
§ Non mi piacciono i muscoli che sono solo forti, devono essere soprattutto armonici con tutto il resto del corpo. E questa non è una cosa facile … richiede cura, attenzione, dedizione, sacrificio continuo, conoscenza di come funzioni e capacità di accettare e tentare di migliorare al massimo possibile i tuoi difetti …
Sono molto severo con me stesso e ci tengo moltissimo a raggiungere gli obiettivi che mi sono prefissato: sia in ambito sportivo, che lavorativo … che relazionale …
Ha mai visto le foto di Carnera (si riferisce a Primo Carnera, il famoso lottatore, poi pugile, definito al suo tempo la montagna che cammina, ndr)?
Quello era un bisonte … un bue fortissimo. Mentre la s-cultura del proprio corpo è un altro concetto: come le statue di Fidia!
§ Intendo che sono sempre stato molto competitivo, ma rispetto chi ha saputo fare meglio di me … anche se mi rode un po’ il fatto che alcuni si ritrovano certi fisici facendo molti meno sforzi di altri …
§ Non si può dire in pubblico, ma ci sono certe razze che sono davvero più belle e muscolose di altre … solo per una questione genetica … e con loro è una lotta impari.
§ Sul lavoro … è un po’ lo stesso. È inutile negare che se hai un certo fascino di tuo, molte strade sono già aperte § non puoi fare l’attore se sei brutto, non puoi fare il presentatore se hai una certa faccia …
§ Nelle relazioni è già diverso … ma è pur vero che ognuno di noi nasce con un certo carattere … certi comportamenti li riconosci già in un bambino che ancora non cammina: lo vedi come si propone al mondo … e anche qui … per alcuni è molto meno facile”.
Alessandro arrossisce e si blocca. Dopo una pausa gli domando se qualcosa lo disturbi:
*** “Non so come dire … ma la mia più grande paura è che nonostante tutti questi sforzi possa capitare qualcosa che azzeri tutto il mio lavoro da un momento all’altro. Capitano temporali che ti fanno cadere un albero sulla macchina … come capitano certe malattie … come questa.
Io pensavo di avere solo la pelle molto sensibile e ci dedico tutta la mia cura … pensavo che da lì potessero entrare nel mio fisico microorganismi pericolosi. Non mi sarei MAI potuto immaginare che qualcosa potesse corrompersi dall’interno … e non sono del tutto sicuro che quanto mi hanno detto sul mio sistema immunitario sia del tutto vero …
§ Sono anni che soffro di un’unghia incarnita che mi impedisce di tagliarmi le unghie come vorrei … magari per Lei è una stupidaggine, ma per me significa: dolore, camminare male, la scelta obbligata di certi tipi di scarpe …
I miei piedi sono sempre stati un problema, già da quando ero piccolo. Mi ricordo che per i miei geloni non potevo mettere le scarpe a punta che andavano tanto di moda in quel tempo … e di conseguenza buona parte del resto (intende altri capi di vestiario, ndr) …”.
Gli domando se tutto questo sottenda anche una disciplina alimentare:
** “Provo ad avere una dieta controllata e mangio molta frutta e verdura … forse mangio troppe proteine animali … Mi piace moltissimo la carne, come pure il pesce …
Vado pazzo per la cipolla, ma me la concedo davvero raramente per tutti i problemi che ti crea con le persone che incontri …
Ma se devo essere sincero, oggi sono MOLTO disorientato: sono anni che mangio bene per stare bene … e non capisco proprio …
Inoltre prendo regolarmente e ciclicamente diversi anti-ossidanti e integratori e proprio non mi so spiegare come sia potuto accadere tutto questo”.
Dopo una lunga pausa gli chiedo se abbia una sua idea in merito:
*** “Certo … credo innanzitutto di essere stato molto meno fortunato di altri. E poi forse non sono stato troppo attento, visto che tendo a infettarmi con niente.
Nessuno mi toglie dalla testa che queste macchie di psoriasi siano una porta di ingresso … io so che il mio sistema immunitario è debole e per questo faccio tanto per rinforzarlo … e forse ho fatto troppo e ora deve essere impazzito”.
Dopo un’altra lunga pausa gli domando qualcosa sul sonno:
** “Dormo molto bene … ho sempre avuto un sonno MOLTO PROFONDO. Specie nei periodi difficili della mia vita. Io penso di ricaricarmi dormendo e se sono in difficoltà ho parecchio più bisogno di ore di sonno, infatti adesso è proprio difficile svegliarmi …
La mia compagna dice che mi posso agitare tanto nel sonno, che semmai sveglio lei … ma io continuo a dormire. Anche quando faccio brutti sogni.
§ C’è un tema ricorrente … io che voglio finire un corso speciale in economia … ma so che ho altre necessità. E per salvare le mie finanze e quelle della mia famiglia devo imparare il mestiere … devo diventare un bravo mastro … magari un tipo diverso di artigiano, di volta in volta. Quasi sempre un bravo muratore.
§ So che per qualche ragione casa mia necessita di ritocchi … continui. Come fosse una di quelle case d’epoca che proprio per mantenerle richiedono continui ritocchi. E io dovrei aggiornarmi sui materiali nuovi per fare con arte, e materiali nuovi e migliori, quello che serve a una casa d’epoca. È un’ansia terribile: non ho il tempo di riparare la mia, le loro sono troppe … e poi … IO VOGLIO STUDIARE ECONOMIA …”
Rimanendo semplicemente a quanto troviamo in letteratura potremmo già considerare Calendula officinalis per questi sintomi:
MIND: FEAR: danger: happen: something will, impending danger (117) – ScPi
MIND: FEAR: danger: happen: something will, impending danger: terrible, horrible (21) – ViG
BACK: COLDNESS, chill: Localization: Spine: waves, in (18) – BoerO
EXTREMITIES: CHILBLAINS (103) – Boe
EXTREMITIES: NAILS, complaints of: ingrowing: toenails (31) – AllWA
EXTREMITY PAIN: PARALYTIC (131) – SmCC
SKIN: INFECTIONS: ERYSIPELAS: constitutional tendency, with (5) – BoerO
SKIN: UNHEALTHY, every scratch festers or heals with difficulty (83) – BoerO
SLEEP: SLEEPINESS: emotional (43) – JaGHG
SLEEP: POSITION: changed frequently (26) – JaGHG
GENERALITIES: INJURIES, blows, falls and bruises: rupture of: muscles (1) – KnCB
GENERALITIES: INJURIES, blows, falls and bruises: rupture of: tendons (2) – HeCo
GENERALITIES: WOUNDS: suppurating (29) – KnC.
Da Suggesta 2.0 potremmo ancora considerare alcune mie aggiunte:
MIND: APATHY, INDIFFERENCE: stoical to what happens (10) – MaMa
MIND: COMPETITIVE (57) – MaMa
MIND: COMPETITIVE: physical (15) – MaMa
MIND: EXERCISE: physical: compulsive (24) – MaMa
MIND: GOOD OPINION OF OTHERS, longing for (13) – MaM
MIND: INTEGRITY, concerned about the, of his body (24) – MaM
MIND: SEDUCTIVE: reliability, because of his (14) –
MaMa
MIND: STOIC (23) – MaMa
FACE: ERUPTIONS: suppurating (6) – MaMa.
CALENDULA OFFICINALIS
Facendo riferimento alla mia personale esperienza, e a quanto il lettore può ritrovare nella sezione di Materia Medica del sesto volume di Materia Medica Clinica: Arnica-like, considero quanto segue.
Nel caso di Calendula la particolare attenzione alla propria immagine può arrivare a tratti compulsivi: diversamente da altri rimedi, come alcune Liliaceae, i composti di Cromo o altri metalli semi-nobili come Palladium o Niccolum. In questo caso non ci si limita all’abito, alla cura del proprio viso, ma si aspira a un fisico scultoreo, quasi statuario, minacciato non solo da continue patologie, che non interessano solo la cute, ma addirittura altri eventi esterni, catastrofici, che all’improvviso possono distruggere anni di duro lavoro alla ricerca di un’irraggiungibile perfezione.
Come Arnica anche Calendula è preoccupato di impressionare bene il suo entourage ma, a differenza del primo non è così facile competere sul piano delle prestazioni fisiche, piuttosto Calendula seduce non solo per il suo aspetto ma anche per la particolare affabilità, correttezza, credibilità e affidabilità.
Ancora come Arnica pure Calendula tende a mantenere in superficie i suoi dolori, fino a quando riesce, per scompensarsi similmente con la sensazione di un male che lo vince e lo penetra; diversamente dal primo, in questo caso i dolori paralizzanti sono più precoci e intensi.
Calendula in generale tende ad ammalare già dai primi anni di vita, più tipicamente con patologie infiammatorie e infettive che di solito interessano inizialmente la cute fino a diventare sistemiche.
Diversamente da Arnica il rapporto con il medico è apparentemente più collaborativo e rispettoso, salvo poi affidarsi con estrema riserva, per decidere autonomamente le sue rigide regole di vita e consumare paradossalmente quantità di prodotti non convenzionali piuttosto che farmaci ritenuti, diversamente, pericolosi.
La tendenza emorragica è una sorta di via di mezzo tra Arnica e Millefolium: infatti da un lato Calendula sanguina facilmente, ma più spesso si tratta di emorragie nemmeno troppo interne, quasi sempre relativamente manifeste, proprio come i copiosi ematomi che seguono la rottura di un muscolo.
Infine sono comuni i sogni di qualcosa che minaccia la sua struttura, la sua facciata, la sua organizzazione, più precisamente: qualcosa che lo costringe a prodursi in un’apparente oblatività che gli impedisce di esprimere le sue vere aspirazioni. Lo stesso sonno può somigliare a quello di alcuni carboni: un prolungato evitamento poco ristoratore.
TERAPIA
Consiglio pertanto Calendula officinalis Q1 che Alessandro assume per qualche giorno prima di presentare nuove eruzioni psoriasiche all’attaccatura dei capelli e peggiorare quelle già presenti ai gomiti e ginocchia. Suggerisco di interrompere qualche giorno e proseguire con un placebo.
Alessandro è allarmatissimo e tentato di assumere un cortisonico locale, diversamente da quanto aveva sempre scelto di fare. In pochi giorni migliorano le nuove eruzioni mentre quelle storiche si mantengono per circa 3 settimane. Fortunatamente nel giro nello stesso arco di tempo cominciano a stemperarsi i dolori. Alessandro sembra più incoraggiato ma adduce scuse diverse per non tornare al controllo previsto e, in qualche modo, mi trovo costretto a seguirlo solo telefonicamente per qualche tempo.
Decidiamo di continuare con la Q1 che assume 1-2 volte alla settimana.
FOLLOW UP
Dopo circa 4 mesi dal primo incontro i sintomi articolari cominciano a ricomparire senza migliorare aumentando il verum, ogni giorno insieme al placebo. Solo il passaggio alla Q3 migliora progressivamente i dolori e qualche settimana dopo Alessandro acconsente a rivederci.
Lo trovo di un umore apparentemente migliore, le storiche eruzioni psoriasiche sono quasi scomparse ma noto alcuni tic facciali di ammiccamento.
!! “Posso dire che mi sento meglio in generale. Sicuramente meglio di quando avevo cominciato con quei maledetti e velenosissimi farmaci. Anche se, per onestà, quelli non mi avevano proprio fatto un gran che.
Ho notato io stesso di sentirmi meno sopraffatto dalla mia condizione …
§ Ho fatto attenzione al mio umore, proprio come Lei stesso mi aveva chiesto di fare: posso dire che solo con le seconde gocce (Q3, ndr) ho notato una certa differenza.
Mi riposo meglio e non mi servono più tante ore di sonno.
Ho praticamente smesso di sognare … o meglio … so che sogno ma non ricordo. Sicuramente non faccio più quei sogni così faticosi che avevo in passato … ma non ricordo più cosa mi succede di notte.
La mia compagna mi dice che non mi agito più nel sonno e io posso dire che mi sveglio con la voglia di cominciare una nuova giornata.
Forse è anche complice una promozione importante sul lavoro … qualcosa a cui anelavo ma che non mi aspettavo così presto. Ma è un fatto che ho raggiunto obiettivi che sono circa il doppio dei miei colleghi … e io sono l’ultimo arrivato.
§ È una grossa soddisfazione e sono riuscito e tenere testa a uno dei miei superiori che non gradisce troppo la mia politica con i clienti. Io l’ho lasciato parlare e gli ho fatto notare che, secondo me, quello che conta sono i risultati. E quelli ci sono. E da tutte e due le parti … quindi non vedo proprio la necessità di scaldarsi o riprendermi …”.
Gli domando se questa maniera di affrontare possibili scontri sia qualcosa che conosce bene:
!! “Certamente … io sono fatto così. Per anni ho pensato di essere un po’ vigliacco e forse non è detto che non lo sia. Diciamo che ho saputo trovare la maniera di uscirne a testa alta …
Anche quando ero ragazzino ricordo che i miei insegnanti dicevano ai miei genitori che ero un elemento che naturalmente riduceva le tensioni tra i miei compagni. Non sono mai stato un leader, ma penso di essere un buon diplomatico … e alla fine, comunque, si arriva a quello che vorrei io. Faccio così anche con la mia ragazza § voglio dire che lei è piuttosto nervosa e anche con lei non sono proprio capace di reggere uno scontro. Ma sono capacissimo di arrivare dove voglio, facendole credere che è stata lei a scegliere …”.
Gli domando come si sia sentito in questo periodo:
! “Posso dire di essere positivo per il momento. Anche se Lei mi aveva suggerito di farlo non sono ancora tornato dal reumatologo. In fondo, lo so io come mi sento e le cure che mi avevano dato loro non erano state per nulla efficaci, § preferisco aspettare ancora un pochino e tenermi buone le mie personali impressioni … non vorrei restare deluso dagli esami del sangue …
§ Da 1 a 10 i miei dolori prima erano 9 e ora sono 3-4 … quindi sono contento. Ovviamente mi auguro che duri, magari che migliorino ancora … ma ultimamente ho l’impressione che le gocce (verum, ndr) facciano qualcosa mentre i granellini (placebo, ndr) non tanto …
§ E poi mi sento più positivo: vanno bene le cose sul lavoro, con la mia compagna … ma non posso dire lo stesso per la mia passione personale: ho praticamente smesso di seguire il mio allenatore … o meglio … è stato lui che ha iniziato a seguirmi con meno interesse e io ho capito che era inutile continuare con lui …
§ Ci sono rimasto un bel po’ deluso. Non che mi aspettassi un coinvolgimento affettivo: era solo un allenatore. Ma mi sono fatto seguire da lui per anni, § mi sono sentito un pochino inutile: fino a che gli servi … e poi.
§ Io sto continuando … piano piano per i fatti miei con la mia palestra personale a casa. Ma non è la stessa cosa.
§ MI MANCA MOLTO VEDERE I MIEI RISULTATI E QUELLI DEGLI ALTRI IN PALESTRA … ma sto provando un modo diverso di fare attività. Forse un pochino più adatto a come mi sento ogni giorno. Forse perché sono necessariamente non obbligato a raggiungere un risultato … ma il risultato è solo tenermi in forma.
§ Anche prima era una cosa che facevo quasi solo per me … ma non so se sono sincero. Ora … ci sono obbligato e forse comincio a riconoscere che non mi dispiace nemmeno troppo …
§ I dolori sono rimasti praticamente solo alle mani e alle spalle … pochino ai piedi. Per cui riesco a fare delle buone passeggiate con la mia ragazza e mi sono accorto che prima non le facevamo mai … se non per allenarmi ed era lei che mi accompagnava in bici perché io andavo sempre troppo forte per lei. Adesso quasi quasi è lei che deve aspettare me …
§ È un po’ umiliante … ma poi lei mi fa un sorriso e ci faccio meno caso”.
!! “Ho deciso di seguire il suo consiglio e di mangiare di più quello che mi sento. A parte le cipolle, di cui è molto ghiotta anche la mia compagna, ho scoperto che in fondo non lo so poi tanto bene cosa mi sento di mangiare.
Proprio lei me lo ha fatto notare quando siamo andati in un ristorante per il nostro anniversario. Questa volta è stata lei a chiedere a me dove volevo andare … è sempre stato il contrario. E ho scoperto che era il contrario anche … forse … perché io non lo sapevo. Sicuramente non lo sapevo bene come lo sa lei …
§ Mi ha fatto un po’ impressione che al di fuori delle cipolle proprio non sapessi cosa davvero mi gratifica. E poi anche la storia delle cipolle … in realtà mi piace quel pizzicorino, ma non posso dire che diano un senso di soddisfazione …
§ Sta diventando un discorso troppo difficile lo sa?
Mi sembra di stare da uno psicologo … e io detesto gli psicologi!”.
Alessandro vuole cambiare discorso:
** “C’è una cosa di cui mi vergogno molto e di cui penso Lei si sia accorto:
quando ero piccolo avevo molti tic e furono una tragedia. Mia madre mi portò da tutti quelli possibili e dopo ogni visita io stavo sempre peggio.
Credo di avere capito allora che mi dovevo curare da solo.
§ Sono serio … ho capito che sia per me che per mia madre era una specie di vergogna e allora ho iniziato a mettermi davanti allo specchio, respirando piano e cercando di seguire con i muscoli del viso le smorfie che mi venivano in mente.
§ Non so bene cosa sia successo … ma poco alla volta ho smesso. Poi ho iniziato a mettermi alla prova in classe … e ci sono riuscito.
MA ADESSO … SONO RITORNATI DA UN GIORNO ALL’ALTRO … e non posso trovare lo spazio … il tempo che mi serve … perché non vivo da solo e mi sento un IDIOTA se mi chiudo in bagno a fare le smorfie … con la mia ragazza che da fuori si domanda cosa sto facendo.
§ Non ne posso assolutamente parlare con lei … ci mancherebbe …
§ Intanto proprio non so cosa potrebbe pensare di me … e poi … poi non lo so. Non me la sento …
Possiamo farci qualcosa?”.
Gli dico che ci possiamo provare, ma che onestamente non so se sia più serio soffrire di qualche tic o non riuscire a parlare di qualcosa di così intimo nemmeno alla sua ragazza.
Alessandro sembra interdetto.
Suggerisco di proseguire con la Q5.
Dopo circa due settimane i dolori si acuiscono e nel frattempo siamo riusciti a fare a meno del placebo. Alessandro sospende il rimedio per qualche giorno per continuare dopo una decina di giorni con un paio di assunzioni settimanali. La sintomatologia algica migliora nettamente, tanto da consentirgli di affrontare gli esami ematologici e la successiva visita di controllo del collega. Nel frattempo anche le storiche eruzioni psoriasiche sono quasi completamente scomparse.
Gli esami danno esito di una leggera infiammazione e gli anticorpi sono quasi completamente azzerati. L’esame obiettivo del collega lo conforta ulteriormente.
Da allora sono passati circa 9 anni. Prima di arrivare alla scomparsa dei dolori e della normalizzazione degli esami ematologici ci sono voluti altri 10 mesi e il progressivo passaggio a diluizioni crescenti fino ad arrivare alla Q6, Q7 e infine la Q8.
Oggi Alessandro è padre di due bambini. Ha smesso di praticare culturismo e si è dedicato insieme alla moglie alla arrampicata sportiva. Lo seguo regolarmente rispettando i suoi tempi e quanto riporto è tutto quello che ho avuto il permesso di scrivere.

In questi mesi inizia una terapia farmacologica con mesalazina per os (2.400 mg/die) e per via rettale con clismi da 2 mg due volte alla settimana, ottenendo discreti risultati.
Quando lo incontro per la prima volta, nel 2018, Marco ha già assunto per due anni rimedi omeopatici prescritti da un collega unicista: riferisce di aver utilizzato in due periodi diversi Staphisagria e Lycopodium ad alta potenza con benefici fisici immediati, ma solo temporanei, accompagnati da una sensazione generale di forza e sicurezza che ne ha giustificato l’impiego ripetuto e prolungato, la malattia ha continuato però ad essere in progressivo peggioramento.
Il paziente è consapevole che nei momenti di serenità i sintomi migliorano, anche se per brevissimi periodi: si rivolge quindi nuovamente all’omeopatia per cercare di curare la sua problematica psicosomatica, risolvere la malattia alla radice ed ovviare agli effetti negativi dei farmaci.
Il colloquio anamnestico (sintesi):
- Fin da piccolissimo ho sofferto di allergia ai pollini con rinite ed asma. Nell’adolescenza ho fatto terapie di desensibilizzazione per l’allergia senza risultati. Ora non ho più asma, solo ogni tanto al risveglio un po’ di congiuntivite e rinite con starnuti.
- Sono sensibile al freddo, soprattutto a piedi, orecchie, gola e pancia; vento e correnti d’aria mi causano torcicollo; il vento mi fa sentire meno stabile, meno centrato, più vulnerabile; l’aria condizionata mi dà una sensazione di malessere e di diminuzione della forza.
- Bevo molta acqua: è come se dovessi tenere a bada un fuoco interiore che mi prosciuga e secca, ma le bevande fredde mi danno fastidio alla pancia e mi indeboliscono.
- Quando sto bene vado in bagno una volta al giorno, solitamente al mattino; quando le ulcere intestinali sono attive ho fitte e mi scarico 3-4 volte al giorno con muco e talvolta sangue. Dopo essere andato di corpo sento bruciore al retto ed all’ano ed ho la sensazione di evacuazione incompleta. La malattia è peggiorata quando ho iniziato un lavoro stressante a causa delle situazioni di tensione con gli altri.
- Mi vergogno di avere la colite ulcerosa, ne parlo il meno possibile e solo con persone di cui mi fido. Ho paura che qualcuno mi giudichi debole, malato, e che per questo mi prenda in giro.
- I sintomi migliorano quando mi sento accettato dagli altri ed in pace con me stesso, oppure quando ho un rapporto amoroso con una donna; migliorano anche dopo un confronto acceso in cui riesco ad esprimere il mio punto di vista sfogando la rabbia: esercito infatti un rigido controllo sulle mie emozioni.
- Intorno ai 20 anni ho sofferto per circa 4 anni di paranoie e manie di persecuzione: mi sentivo spiato e mal giudicato dalla gente, temevo di essere considerato pazzo o scemo e come reazione mi atteggiavo da eroe che sfidava un mondo avverso. Sono capitati periodi bui in cui vedevo tutto nero, mi sentivo senza speranze, senza una strada da percorrere ed ho ideato il suicidio. Ho fatto uso di alcolici, soprattutto nel fine settimana, per sentirmi disinibito e più sicuro, ma questo si è tradotto anche in scenate pubbliche assai violente, di cui poi mi sono molto vergognato. Ho seguito un percorso di psicoterapia e una cura con aloperidolo, ora non ho più quei pensieri ma non mi sento ancora sereno sul giudizio degli altri.
- Vorrei avere maggiore autostima e sicurezza nelle mie capacità, senza preoccuparmi del giudizio altrui, vorrei esprimere maggiormente ciò che penso o sento senza temere di essere considerato pazzo, vigliacco e debole. Tal volta sento un impulso a dire o fare cose ma poi non ho il coraggio di farle.
- Da piccolo e da ragazzino mi capitava di scalciare nel sonno urlando parolacce. Ora mi capita di parlare nel sonno. Se sono nervoso non dormo bene e penso a ciò che mi ha fatto arrabbiare, ad eventuali errori che posso aver compiuto: la mia paura principale è quella di non riuscire a vivere la vita perché vengo escluso dalla gente a causa dei miei errori, ho anche paura di essere preso per pazzo.
- Non tollero le persone prepotenti o maleducate che giudicano dall’alto verso il basso: provo a mettere i paletti ma se non cambiano atteggiamento mi arrabbio fino a scoppi di violenza.
- Da piccolo ero molto vivace; da ragazzino quando mi sentivo preso in giro avevo crisi di rabbia; nell’adolescenza mi sentivo sbagliato, non mi sentivo accettato e cercavo di compiacere gli amici partecipando al gruppo dei ribelli. Crescendo sono diventato una persona tranquilla, riservata, introspettiva e solitaria, leale e sincera. Riesco ad aprirmi veramente solo con le persone di cui mi fido.
- Sono permaloso e quando non ribatto stizzito alle provocazioni mi arrabbio con me stesso.
- Vorrei non avere la testa tra le nuvole, essere coraggioso e non essere considerato stupido. Mi fa star bene sentirmi parte di un gruppo, ammiro chi aiuta gli altri e li rispetta perché ritengo che siamo tutti in connessione, parti di un disegno cosmico.
- Amo immergermi nella natura perché mi dà un senso di appartenenza, amo le aquile per il senso di libertà che trasmettono.
- Mi piace molto il mondo della meditazione e della crescita interiore; a 34 anni ho incontrato la mia guida spirituale. Non mangio carne per scelta spirituale. Ho avuto anche episodi di viaggi astrali in cui vedevo il mio corpo dall’alto mentre mi muovevo nell’aria.
- Ho in progetto di cambiare casa, di allontanarmi da dove abito adesso perché risiedo troppo vicino ai miei genitori; desidero sentirmi più indipendente e prendermi un po’ di spazio. Il clima famigliare dell’infanzia non ha giovato alla mia salute: mio padre e mia madre bisticciavano pesantemente con insulti; era difficile esprimere ciò che pensavo e provavo perché qualsiasi cosa detta poteva essere il pretesto per una discussione; mio padre aveva difficoltà ad esprimere l’affetto nei miei confronti; mia madre era soffocante e cercava in me il sostituto del marito.
- Da bambino spesso sognavo di bisticciare con amici, famigliari o genitori. Mi capitava anche di sognare di volare o cadere. Sogno spesso anche adesso i miei genitori in situazioni problematiche; in particolare sogno che mia madre invade il mio spazio entrando nella mia stanza e litigo insultandola. Sogno spesso animali: leoni, volpi, gatti, cinghiali. Alcune volte sogno bombe o esplosioni.
- Ricordo un sogno recente in cui un amico mi mostra due piume, molto belle, e guardandomi intorno vedo per terra altre piume; mentre le raccolgo scorgo un falco mutilato, privo di un’ala; mi addolora pensare che sia morto, ma il falco in realtà si muove, è ancora vivo. Penso che sia senza speranza e di non doverlo toccare, il mio amico lo tocca ed il falco si rivitalizza, si avvicina, lo accarezzo sulla testa. Non so cosa fare per aiutarlo, ma mentre lo accarezzo si trasforma in un cane che mi lecca in un clima di forte empatia; cerco invano di rintracciarne il proprietario, quindi lo porto a casa e fa amicizia con gli altri miei due cani; l’atmosfera è piacevole, c’è affetto e gioco”.
Materiali e metodi
Il caso clinico è stato preso in carico mediante raccolta anamnestica da racconto libero del paziente, con approfondimenti successivi per la modalizzazione dei sintomi. Sono stati considerati sia i sintomi fisici che quelli mentali, presenti o pregressi; i sintomi essenziali sono stati repertorizzati utilizzando il programma informatico Complete Dynamics (versione 19.3) Radar 10 (versione 10.2) e Radar Opus (versione 2.1). La scelta terapeutica è stata effettuata confrontando in diagnosi differenziale i temi e i nuclei dei rimedi emersi dalla repertorizzazione grazie alla consultazione della Materia Medica.
Analisi del caso
Analisi dei sintomi
Nel caso illustrato spiccano alcuni sintomi fisici caratteristici, in particolare la diarrea muco-sanguinolenta influenzata dallo stato emotivo a cui occorrerà dare ampio rilievo nella indagine repertoriale. Riflettendo sul suo vissuto, la somatizzazione intestinale è probabilmente correlata al conflitto tra una istintualità libera e selvaggia ed il timore di un severo giudizio morale superegoico. Dal racconto infatti emergono anche sintomi e temi mentali significativi:
- rabbia violenta: conflitti, insulti, scenate, sogni di bombe ed esplosioni;
- libertà: madre soffocante, invasione del proprio spazio, indipendenza, natura come spazio di appartenenza, amore per gli animali liberi;
- giudizio, errore ed espressione di sé: paura di essere giudicato debole, malato, di essere preso in giro, di essere escluso dalla gente a causa dei propri errori, di essere considerato pazzo o scemo, vigliacco o debole; difficoltà ad esprimersi per paura del giudizio, impulso a dire o fare cose senza avere il coraggio di farle;
- animali selvatici: ricorrenti nei sogni e nell’immaginazione;
- ricerca spirituale: guida spirituale, scelte spirituali, viaggi astrali.
Inquadramento del paziente, repertorizzazione e diagnosi
Il paziente è un “lesionale grave”, considerando la malattia psichiatrica che ha preceduto la comparsa della colite ulcerosa e le manifestazioni organiche che coinvolgono sì un viscere non vitale, ma in modo severo e pericoloso per la sopravvivenza.
L’habitus comportamentale è sicotico e ipercontrollante, con una componente sifilitica, caratterizzata da atteggiamenti distruttivi (la rabbia responsabile della malattia). Possiamo quindi formulare una osservazione prognostica: dopo la prescrizione del rimedio corretto, il terreno energetico del paziente transiterà attraverso una crisi di guarigione protratta di tipo esonerativo, in accordo con la Legge di Guarigione di Hering. Se rispettata, questa previsione ci permetterà, insieme ad altri parametri, di valutare la correttezza della prescrizione.

Dalla repertorizzazione emergono nelle prime posizioni Staphisagria e Lycopodium, i rimedi già assunti dal paziente: anche se rappresentano repertorialmente in maniera significativa la reattività psico-fisica addominale di Marco, al momento della visita sappiamo già che non sono stati in grado né di sciogliere i suoi nodi esistenziali, né di portare un beneficio fisico duraturo. Dovremo quindi individuare un rimedio che sia in grado di lavorare più in profondità. Consultando la Materia Medica per valutare i rimedi suggeriti dal repertorio ed approfondirne la conoscenza, mi soffermo su Falco peregrinus, che corrisponde alle tematiche di libertà, persecuzione e colpa riferite dal paziente, caratteristiche della famiglia omeopatica degli uccelli ed in particolare dei falchi.
La famiglia omeopatica degli uccelli e i Falchi
Secondo Shore1 e secondo una analisi sistematica delle estrazioni repertoriali dei rimedi da volatili, la famiglia omeopatica degli uccelli, dal punto di vista mentale, è caratterizzata dalla ricerca della libertà da tutto ciò che lega alla vita sulla terra, libertà dai problemi quotidiani e dalle relazioni, dagli impegni, dai pericoli, dai vincoli famigliari, dalle pulsioni istintuali (cibo, sesso). Per questi rimedi comunicazione e relazione con gli altri sono un peso: cibo, prole e sessualità li aiutano ad incarnarsi e costituiscono delle sfide esistenziali, con conseguente conflitto e somatizzazione. Spesso presentano tratti maniacali e difficoltà cognitive. Sono tormentati da scrupoli di coscienza eccessivi e da pregiudizi.
Nei volatili rapaci, in particolare, è presente un bisogno di autoaffermazione e di dominio sulla realtà, un desiderio di perfezione e saggezza, l’insofferenza alle critiche con conseguente rabbia, l’aspirazione a trascendere la condizione terrena, empatia con la natura e ipersensibilità sensoriale, sentimenti di umiliazione, vergogna, esclusione e abuso, sogni o sensazioni di volo, sensazioni di essere al di fuori del proprio corpo.
I sintomi fisici dei volatili comprendono:
- cefalea con sensazione di pienezza o pressione, oppure di cranio aperto;
- problematiche neurologiche di vario tipo;
- pressione e dolore acuto a zigomi e mandibole, denti deboli o dolenti: secchezza oculare, mancanza di messa a fuoco, scomparsa della visione periferica o centrale;
- perdita di equilibrio per i movimenti rotatori;
- infiammazioni faringee con adenopatie;
- disturbi dell’appetito, vomito facile, sete estrema;
- riniti allergiche, secchezza delle mucose;
- dolori lancinanti al petto, costrizione e oppressione toraciche, desiderio di respirare profondamente, dolori nevralgici lancinanti, trafittivi, oppure formicolii, spilli e tremori, dolori crampiformi a ondate, dolori del collo con rigidità e irradiazione a braccia, spalle e dorso; pesantezza, intorpidimento e prurito alle estremità.
Più specificamente, nella Materia Medica e nelle estrazioni repertoriali si descrivono i soggetti Falco come pazienti che rifiutano la sottomissione ad un’altra persona ed esprimono il desiderio di libertà con ribellione alle restrizioni; desiderano essere riconosciuti ed accettati e non sottoposti al giudizio altrui; dipendere dall’approvazione altrui li fa sentire limitati, impediti e ostacolati, e reagiscono con rabbia distruttiva. Parole chiave mentali polari di Falco Peregrinus e Cherrug sono apprensione/spensieratezza, chiarezza/confusione, sfiducia/affidamento, ma anche abbandono, umiliazione, vulnerabilità, rabbia, colpa.
Anche Haliaeetus leucocephalus, l’aquila calva americana, che emerge più avanti dalla repertorizzazione, è caratterizzata da tematiche di libertà ma le sue caratteristiche salienti (imparzialità, distacco emotivo, autarchia, osservazione senza pregiudizi emotivi, empatia senza emotività) sembrano non corrispondere alla tipologia del paziente.
Terapia – Follow up – Risultati
La patologia fisica intestinale è debolmente rappresentata nella materia medica di Falco peregrinus. Teniamo però presenti due aspetti: nei rimedi con sperimentazione limitata e con un ridotto numero di rubriche nel repertorio, alcuni capitoli sintomatologici sono spesso per forza di cose incompleti; d’altra parte, prescrivendo in base alla manifestazione intestinale, come già accaduto in precedenza, non è stato raggiunto l’obiettivo terapeutico, siamo quindi autorizzati a considerare in primis l’alto valore gerarchico dei sintomi mentali.
Alla luce di queste riflessioni, anche il sogno del falco ferito, inserito nel quadro di insieme, è assai suggestivo e potrebbe descrivere simbolicamente la ferita profonda di Marco; questo non significa che l’animale sognato abbia guidato di per sé la prescrizione: molti dei miei pazienti sognano falchi o altri animali, pur venendo curati con rimedi diversi!
La prescrizione di Falco peregrinus 30 CH ogni 15 giorni per due mesi promuove una transitoria reazione aggravativa psicofisica, seguita solo da un parziale beneficio; viene perciò sostituito con Falco cherrug 30CH.
Anche se questo rimedio è presente nel repertorio con pochissimi sintomi, molti dei quali sovrapponibili a Falco peregrinus, la sua Materia Medica è significativamente corrispondente al caso: desiderio di libertà, abusi e ferite profonde dell’infanzia, ricerca di accettazione, abbandono, dolore e rabbia, vergogna per la propria bisognosità; soprattutto quest’ultimo sintomo è tra quelli più peculiari e caratteristici del paziente, che alla visita successiva racconta:
- Subito dopo la prima assunzione mi sono sentito molto rilassato; la mattina successiva ero molto lucido, riuscivo a vedere le situazioni dall’alto con chiarezza e tranquillità. Nei giorni seguenti è aumentata l’attività onirica: sogno cuccioli di lupo da proteggere, cervi attaccati da lupi. Sogno che nel cortile di casa ci sono piume di aquila per terra, segno di un duello col cane dei miei genitori.
- Mi rendo conto che quando qualcuno fa delle affermazioni nei miei confronti che mi danno fastidio e incasso senza ribattere, mi innervosisco parecchio; mi arrabbio soprattutto con me stesso per non aver avuto la prontezza, la capacità, il coraggio di esprimere il mio dissenso; riesco a rispondere a tono solo se la situazione si prolunga e monta la rabbia.
Nelle settimane successive compare la prima reazione aggravativa intestinale associata a congiuntivite; il paziente prova tuttavia una sensazione di serenità, di “centratura”, le situazioni esterne lo influenzano meno, si sente più disinvolto nell’esprimere ciò che sente e pensa. Si manifestano rinite ed asma allergici che non aveva da anni, in forma non grave e transitoria.
Parallelamente al miglioramento del quadro intestinale e alla sensazione di maggiore serenità, Marco racconta anche tutta una serie di sogni che sembrano indicare un miglioramento:
- sogna di “volteggiare senza gravità tra i pianeti; è una esperienza molto bella”, ma poi scende con i piedi per terra, si radica, e fa attenzione a non calpestare delle piccole tartarughe; un altro sogno di incarnazione e radicamento è quello in cui “un’icona della Madonna diventa un essere umano in carne e ossa”, o quello in cui con il padre fa dei lavori per ampliare l’orto;
- gli animali che sogna divengono meno ostili (cavalli e zebre che giocano in acqua) e quando sono selvaggi assumono caratteristiche meno aggressive (api e vespe, oppure orsi adulti che non lo attaccano, o che comunque sono affrontabili); racconta per esempio: “ho sognato un cucciolo di cane ferito, lo prendo in braccio per coccolarlo, ma arrivano dei lupi che vogliono attaccare il cucciolo: urlo per scacciarli, sono determinato a difendere il mio cucciolo”;
- emergono tematiche di accudimento e di tenerezza: “sogno due bambini albanesi per i quali provo affetto e vorrei fare loro da padre”;
- continuano nei sogni le tematiche di libertà e prigionia, ma emerge come una novità positiva il tentativo di liberarsi dalle costrizioni: “insieme ai miei genitori e ad altre persone siamo prigionieri dei nazisti che ci umiliano e minacciano con le armi, ci privano delle coperte e dei generi di prima necessità: dovremmo ribellarci, anche se potremmo essere uccisi nella rivolta ne vale la pena”; “sono con amici, entra nella stanza mia madre, chiedo se può lasciarci soli, ma lei insiste per entrare; mi arrabbio e la spingo fuori, lei piange e dice di sentirsi sola; affermo che non è vero perché ha un marito”.
In un messaggio e-mail mi scrive del suo stato d’animo e delle sue riflessioni:
- sono fiducioso, ho la forza per superare questo momento difficile: curo con amore la ferita che è in me senza arrabbiarmi, mi assumo questa responsabilità; mi sento meno vulnerabile e più centrato, meno sensibile ai giudizi delle altre persone;
- ho capito che parte della mia frustrazione è dovuta al non sentirmi amato, mi dico che devo iniziare ad amarmi”;
- mi diventa sempre più chiara l’importanza di esprimere le mie emozioni e i miei pensieri dandogli spazio, condividendo con gli amici il mio sentire interiore, esprimendo liberamente ciò che sono, abbandonando vecchi schemi; infatti esprimo con più fluidità ciò che penso e provo, ho meno freni inibitori mentali; sto prendendo coraggio nel raccontare il mio mondo interiore e ciò che sento e sono, scoprendo in questo una bellezza
- sento che l’intestino sfoga con le scariche ciò che non riesco ad esprimere con parole e azioni.
- in questo periodo mi capita ancora di innervosirmi molto, ma ora lo leggo in maniera positiva, sto lasciando emergere e fluire la rabbia.
Dopo il passaggio alla 200CH, compare per tre giorni febbre a 38° con un po’ di tosse secca notturna: da circa 20 anni non aveva uno stato febbrile così forte. Sente con maggiore intensità le emozioni e ogni tanto ha un po’ di difficoltà a gestirle.
Anche la colite ulcerosa si riaggrava nuovamente, sempre in modo transitorio, ma mettendo alla prova la fiducia del paziente nel percorso di cura. Nello stesso tempo, Marco si rende sempre di più conto che sta evolvendo sul piano della consapevolezza di sé e questo lo fa sentire positivo ed ottimista.
Anche in questo caso, il miglioramento fisico si muove in parallelo con l’evoluzione delle tematiche dei sogni: si fanno più frequenti le esperienze spirituali e di comunione con la natura (cieli stellati e costellazioni, cascate che nascondono grotte con cristalli lucenti, devozione alla Madre Terra).
Marco racconta infine anche due sogni di pacificazione:
- sogno che vado a trovare i miei genitori, ci sono due gattini che accarezzo: uno è un po’ malaticcio e mi fa tenerezza, poi guardandomi intorno noto che nell’alloggio ci sono gatti di tutte le dimensioni;
- sogno che sono in montagna con mio padre; vicino alla cima c’è un piccolo tratto di parete da scalare; sono bloccato e non riesco né a salire né a scendere; chiedo aiuto a mio padre che mi dà una mano permettendomi di arrivare in cima. Sono grato e gli voglio bene”.
La terapia iniziata nel 2018 con Falco cherrug è proseguita negli anni successivi ed è tuttora in corso; sono state utilizzate in progressione anche le potenze 1000K, 10.000K, 50.000K, 100.000K; ogni potenza è stata impiegata per alcuni mesi ed assunta con cadenza quindicinale. Dopo la crisi di guarigione innescata dalla 200CH la malattia del paziente si è evoluta positivamente ed ha consentito il raggiungimento di un equilibrio psico-fisico sostanziale, che ha permesso di diradare progressivamente l’utilizzo della mesalazina fino alla sua sospensione dall’inizio del 2022 ad oggi, al momento senza ulteriori ricadute. Purtroppo il paziente, piuttosto traumatizzato dalle esperienze ospedaliere, si rifiuta per il momento di eseguire ulteriori colonscopie, che potrebbero documentare e confermare anche un miglioramento del quadro infiammatorio: sta bene, non ha mai trascorso un periodo così lungo di benessere e remissione dei sintomi, e non è facile che si convinca a farla.
Discussione
Il caso illustrato si presta ad alcune considerazioni metodologiche, con punti di forza e criticità.
La scelta del rimedio, dal punto di vista metodologico, non si può mai basare esclusivamente sull’analisi repertoriale ma anche sulla consultazione della Materia Medica; in questo modo la diagnosi differenziale è più attendibile perché prende in considerazione il paziente nella sua interezza e complessità.
Anche in questo caso, una diagnosi fondata sulla sola analisi repertoriale non avrebbe consentito la miglior prescrizione per il paziente: avremmo scelto uno dei policresti presenti nelle prime posizioni ritenendo che potesse coprire l’intero quadro clinico.
Le prescrizioni precedenti, infatti, privilegiavano alcune rubriche che indirizzavano verso Lycopodium e Staphisagria: solo il follow-up ha smentito un’ipotesi, che sembrava inizialmente corretta.
La prescrizione di un “piccolo rimedio”, cioè di un rimedio poco sperimentato e poco prescritto, soprattutto se non è ancora noto al terapeuta, dovrebbe essere effettuata dopo che sono stati impiegati rimedi più noti e sperimentati, con una casistica clinica solida e una materia medica ampia. Se però il paziente non ha beneficio da queste prime prescrizioni, ampliare le nostre vedute e rivolgerci a rimedi poco noti può essere la strada giusta, come è stato nel caso di Marco.
Il testo di Shore non è una Materia Medica classica, comprende dati ed analisi relativi a nuovi rimedi ricavati da provings molto recenti. L’applicazione di queste conoscenze omeopatiche ha consentito un ottimo risultato terapeutico a testimonianza del fatto che l’ampliamento della Materia Medica sollecitato già dallo stesso Hahnemann può essere di grande utilità alla nostra pratica medica.
Alla prescrizione del rimedio che ha portato un maggiore beneficio si è arrivati poi, per così dire, per approssimazioni successive e grazie anche alla classificazione per famiglie dei rimedi omeopatici: il rimedio Falco peregrinus, emerso dalla repertorizzazione, per quanto scarsamente rappresentato nel repertorio, ha suggerito, grazie alla corrispondenza sintomatologica, la prescrizione di un rimedio minore, suo satellite, che si è dimostrato nel tempo più corrispondente alla totalità del paziente e quindi più utile al suo benessere.
Senza questo ragionamento non avremmo potuto effettuare una prescrizione difficoltosa e praticamente impossibile avvalendoci della sola consultazione repertoriale; il repertorio è stato tuttavia fondamentale nel suggerirci la direzione su cui indagare.
Le osservazioni prognostiche relative alla gravità lesionale del quadro ci hanno permesso di prevedere e valorizzare l’inevitabile aggravamento fisico esonerativo, che avrebbe altrimenti potuto essere scambiato per fallimento terapeutico, e ci ha consentito anche di sostenere il paziente in un frangente delicato del percorso di cura, offrendogli una lettura positiva della situazione che stava attraversando. Questo è un passaggio metodologico delicato perché è fondamentale non sottovalutare un sintomo peggiorativo, monitorando clinicamente il paziente con attenzione, dedicando tempo all’ascolto per inquadrare nell’ottica corretta ciò che sta accadendo, che deve essere commisurato al quadro patologico di partenza.
A guidarci in quel momento è stato anche il contemporaneo beneficio mentale che Marco stava ricevendo, assai suggestivo di una medicazione profonda del terreno: maggior centratura, maggior distacco emotivo, più disinvoltura nell’esprimersi, consapevolezza del perché inconscio dei sintomi fisici. Si è trattato di un effetto psichico più equilibrato della fugace sensazione sicotica di “forza e sicurezza” ottenuta coi due rimedi similari precedenti, che hanno agito solo sulla reattività psicofisica situazionale, stimolando in maniera parziale la Legge di Hering, senza attivarla in profondità.
Nel percorso di cura omeopatico spesso i sogni rivestono un grande valore diagnostico, soprattutto se non ci si limita alla loro pedissequa repertorizzazione ma ci si sforza di cogliere il loro significato (senza per questo effettuare un lavoro di interpretazione di competenza psicoanalitica). Il loro valore è ancora più grande durante il follow-up, quando i sogni ci indicano la direzione dell’evoluzione psico-emotiva del soggetto.
Nel caso di Marco, nei suoi sogni ricorrenti, così come nella realtà diurna, egli passa dalla paura e dal conflitto ad una condizione di coabitazione più serena con gli istinti (animali selvatici); lo stesso rapporto problematico con i genitori giunge ad una positiva conciliazione nei sogni come nella realtà. La “discesa al suolo” del paziente descritta nei sogni finali è significativa del suo ritorno alla realtà dei sentimenti e dei rapporti umani.
Infine, per il bene del paziente, una terapia farmacologica efficace, soprattutto in caso di malattie severe, deve essere ridotta progressivamente in base ai risultati conseguiti col rimedio, non sospesa a prescindere da essi. In casi gravi come questo, infatti, l’interferenza farmacologica soppressiva è il male minore, perché consente al paziente di stare sufficientemente bene per poter proseguire nel suo percorso omeopatico: sarà il suo stesso corpo a segnalare che la necessità di ricorrere a queste terapie sta venendo meno.
Conclusioni
I dati anamnestici e di follow-up di un caso clinico in cui il rimedio si è rivelato il rimedio costituzionale del paziente possono essere utilizzati per ampliare la Materia Medica, soprattutto se il rimedio prescritto è poco sperimentato. È importante fare un distinguo: un caso clinico esemplificativo di un rimedio, piccolo o grande che sia, non è la mera prescrizione del rimedio stesso: la prescrizione di un rimedio che migliora il paziente è il primo passo, ma per considerarlo un caso clinico vero e proprio rappresentativo del rimedio in questione deve essere dimostrata la sua efficacia, secondo i criteri sopra esposti, per un periodo di tempo congruo (anni).
Un follow-up di diversi anni (che conferma la validità della prescrizione), ci offre delle informazioni aggiuntive che dovrebbero ricevere la stessa considerazione di quelle emerse dai proving. L’integrazione può essere considerata metodologicamente valida solo se il racconto del paziente viene trascritto con precisione, come accade nelle migliori sperimentazioni patogenetiche, con tutte le sfumature sintomatologiche ed i vissuti emotivi specifici.
Il proving, del resto, per giusti motivi etici, non può mai essere spinto oltre l’alterazione disfunzionale e non può fornirci dati clinici lesionali, che possono essere invece propri del caso vivo. Gli sperimentatori che producono sintomi durante un proving hanno solitamente un’idiosincrasia parziale, poiché il rimedio sperimentato nella stragrande maggioranza dei casi è per loro solo un similare (sono davvero poche le probabilità che uno sperimentatore assuma durante un proving il proprio rimedio costituzionale). Per questo motivo la distinzione tra rimedio situazionale e costituzionale (Simile e Simillimum) non ha un significato meramente accademico: i sintomi dei casi clinici trattati con un rimedio costituzionale sono davvero di elevato valore.
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