Giuseppe Fagone
Medico Chirurgo – Omeopata Milano
giuseppe.fagone@medicina-omeopatica.it

La Conferenza di Consenso Orvieto 2025
Il 28 marzo 2025 al Palazzo dei Congressi di Orvieto si è svolta la Conferenza di Consenso sulla Medicina Omeopatica della FIAMO. La “Condivisione dei Saperi”, che è il tema di questo Congresso, è anche il motivo che dovrebbe guidare la discussione della Conferenza di Consenso.
Il congresso di Roma del 2024 aveva stabilito che ciò che abbiamo sempre definito “i Principi” sono condivisi, accettati e messi in pratica da tutti i componenti la FIAMO. Quello che invece presenta differenze, pur essendo la ricchezza della varietà della pratica omeopatica, sono gli approcci metodologici, le prassi della clinica quotidiana.
Se da una parte abbiamo la dottrina, che definisce i principi fondamentali su cui si basa una scienza o una pratica medica, dall’altra abbiamo la disciplina, che comprende il modo in cui si mette in pratica l’insieme dei principi attraverso una serie di azioni per attuare la scienza o pratica medica.
Paolo Benedetti, Coordinatore dei lavori del Comitato Tecnico-scientifico della Conferenza di Consenso, presentando il lavoro svolto in questo anno, ci ricorda che tutte le Scuole del Dipartimento Formazione concordavano su tre principi: la Legge di Similitudine, la Sperimentazione Pura delle sostanze e l’uso del Medicinale Unico (Rimedio Unico) nella singola prescrizione, concordando anche sulla necessità di instaurare un rapporto con la Medicina Ufficiale.
Il Coordinatore ha voluto precisare che lo scopo della Conferenza di Consenso non è quello di stabilire rapporti di maggioranza e minoranza, né di pubblicare un documento in cui le opinioni della maggioranza definiscano o ridefiniscano cosa sia l’Omeopatia e come debba essere praticata, cosa che potrebbe in qualche modo prevaricare le opinioni e le impostazioni di alcune Scuole e di parte dei Soci FIAMO.
Il suo scopo è trovare tutto ciò che abbiamo in comune sia nella dottrina che nella disciplina, comprendere quali siano le differenze e se realmente si tratti di differenze sostanziali o solo linguistiche.
Un vulnus nella discussione che ha preceduto la Conferenza di Consenso del 28 marzo 2025 a Orvieto è stata la rinuncia a partecipare ai lavori da parte di realtà formative importanti proprio perché storiche, portatrici di saperi e pratiche consolidate e in grado di formare un percentuale significativa di professionisti della Medicina Omeopatica.
Pur vedendo confermati i punti definiti nel 2024 a Roma, sono rimasti evidenti i problemi di definizione della Forza Vitale, dell’ampliamento della ricerca scientifica in Omeopatia e di definizione del termine Miasma.
Su sei scuole che hanno definito il concetto di Miasma abbiamo avuto sei risposte diverse. La constatazione di Benedetti è che questo significa che siamo estremamente fragili, che la diversità è una ricchezza solo se stiamo assieme e troviamo un accordo su cosa intendiamo per Medicina Omeopatica, quali siano i modelli e quali sono gli assiomi di base.
Cosa possiamo imparare da questi due anni in cui la Consensus è sembrata evidenziare soprattutto le nostre differenze? La difficoltà di definire i punti più controversi deve spingerci a ragionare o trovare soluzioni. Abbiamo dei vincoli da cui non è possibile sfuggire. Abbiamo la necessità di affrontare la realtà medico-scientifica con cui ci fronteggiamo, consapevoli del fatto che fare clinica richiede una forte preparazione, fare ricerca richiede una visione reale del funzionamento cellulare e del significato della coordinazione degli organismi viventi e questi risultati possono essere ottenuti solo mettendo assieme le nostre conoscenze, anziché contrapponendole. Se la metodologia convenzionale mortifica la ricerca omeopatica, come possiamo riadattarla o come possiamo trovare un metodo di ricerca specifica?
Sembra che il nucleo centrale dei dubbi sia la possibilità di mettere in discussione anche una sola parola scritta da Hahnemann, ma ci si dimentica che tanto la ricerca quanto l’esplorazione delle metodologie sono parti intrinseche della Medicina Omeopatica.
Siamo affezionati a termini che non esistono nella comunità scientifica corrente e dobbiamo trovare il modo di comunicare il loro significato. Un esempio su tutti, il termine “Forza Vitale” potrebbe essere reso da “Intelligenza Biologica”? Se non è possibile, perché come ha osservato una delle Scuole partecipanti, Intelligenza attiene al giudizio che la mente esprime sull’esperienza sensibile, mentre quella della Forza Vitale è di Potenza Energetica “che vivifica come dinamismo il corpo”, si esaurisce qui il problema delle definizioni? Se all’interno della comunità omeopatica possiamo usare il termine Forza Vitale e capire a cosa ci riferiamo e intendere tutte le implicazioni che essa comprende, fuori dalla nostra comunità lo stesso termine perde gran parte del suo significato, acquisendo un valore quasi negativo perché desueto. Il modello esplicativo di Hahnemann sulla Forza Vitale e sul meccanismo d’azione è fortemente reale nella fisica e nella biologia contemporanea, ma non è riconosciuto con tale termine dalla comunità scientifica, quando la biologia quantistica riesce a definire l’equivalente di ciò che indichiamo come Forza Vitale.
Le domande a cui come comunità dobbiamo rispondere sono:
• veramente come comunità di Omeopati vogliamo avere cinque o sei diverse definizioni di termini propri della nostra scienza medica?
• la questione dei Miasmi è realmente un fattore divisivo?
• quale principio di similitudine usiamo e cosa significa che c’è una similitudine?
• il proving è un elemento essenziale o auspicabile?
• se non abbiamo un proving, in base a cosa scegliamo la similitudine?
• la pratica clinica è un fattore di conferma importante che può generare osservazioni non solo sulla singola sostanza, ma anche sul gruppo o sottogruppo di appartenenza?
• se per operare abbiamo bisogno di un modello, comunicabile, insegnabile e replicabile, sia nei casi acuti che in quelli cronici, come possiamo concretizzarlo?
Tutti siamo chiamati a collaborare e la FIAMO ci dà la possibilità di incontrarci, confrontarci e decidere. Sfuggire al confronto o ignorarlo non ci aiuta a crescere né a migliorare.
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