La condivisione dell’Arte di guarire

La condivisione
dell’Arte di guarire

Che sia un insieme di cellule, un network neuronale, un organismo vivente o la vita di un’Associazione, sempre ci confrontiamo con le medesime necessità, affinché la vita possa svilupparsi e prosperare.

Bruno Galeazzi Medico Chirurgo – Omeopata BASSANO DEL GRAPPA (VI)

Presidente Fiamo
bruno-g@aruba.it

In questo appuntamento dell’editoriale sono lieto di ospitare la Dr.ssa Sara Faggin, medico veterinario e Segretario Nazionale FIAMO. Insieme alla Dr.ssa Antonella Ronchi ha partecipato al percorso formativo sul pensiero sistemico di Fritjof Capra, proposto da ECH gli anni scorsi. Le energie e il tempo investiti in quella formazione hanno dato ottimi risultati e sono stati all’origine di una FAD (formazione a distanza) gratuita con crediti ECM, distribuita da FIAMO, che ha visto la partecipazione, nel 2024, di più di 700 professionisti della salute. I fondamenti del pensiero sistemico, così ben spiegati nella FAD, hanno stimolato una serie successiva di iniziative in cui gli aspetti partecipativi, collaborativi, coerenti e sinergici, tipici degli organismi viventi, hanno ispirato percorsi virtuosi nella nostra Associazione e tra Associazioni e Imprese del nostro settore.

Che sia un insieme di cellule, un network neuronale, un organismo vivente o la vita di un’Associazione, sempre ci confrontiamo con le medesime necessità, affinché la vita possa svilupparsi e prosperare. La vita è organizzata in reti. Queste reti esistono su più scale, dalle cellule agli ecosistemi, e tutte sono interconnesse. La metafora della ‘rete della vita’ rappresenta la natura dinamica e inter-correlata dei sistemi biologici, sociali ed ecologici.

I sistemi complessi, siano essi organismi o associazioni, quando funzionano in modo sano, mostrano caratteristiche emergenti e di auto-organizzazione: nuove proprietà o comportamenti sorgono dalle interazioni all’interno di un sistema, che non possono essere previsti dalle proprietà delle singole parti; quindi, l’interazione tra le competenze dei singoli produce un risultato virtuoso che è maggiore della semplice somma delle competenze, perché acquisisce un aspetto creativo inatteso. L’auto-organizzazione è quella facoltà per cui i sistemi viventi hanno la capacità intrinseca di creare e mantenere ordine senza direzioni ricevute dall’esterno, così i gruppi di lavoro interni a una associazione sono in grado di funzionare in modo creativo e collaborativo. I sistemi viventi manifestano anche caratteristiche di interdipendenza tra i componenti, grazie alle quali ogni parte del sistema è altamente interconnessa con le altre e il benessere dell’insieme e dei singoli dipende dalla capacità di comunicazione tra i componenti. I sistemi complessi manifestano inoltre capacità di adattabilità e plasticità, grazie alle quali preservano la propria identità e al contempo prosperano adattandosi alle mutevoli condizioni ambientali e alle sollecitazioni che vengono dall’esterno. L’arte di guarire non riguarda solo la nostra capacità di prenderci cura dei nostri pazienti, ma secondo l’antica massima “medico cura te stesso” siamo consapevoli che spesso, curando gli altri, ci prendiamo cura anche di noi stessi, perché come in uno specchio vediamo la sofferenza dei nostri pazienti, a volte simile alla nostra. E prendendoci cura di noi stessi, come in un sistema multilivello, come le nostre cellule imparano a cooperare nei nostri organi e i nostri organi con i sistemi dell’organismo, così ognuno di noi impara sempre meglio a cooperare nelle diverse realtà complesse in cui ci troviamo a vivere, come è la nostra Associazione: un sistema complesso il cui grado di salute dipende dalla salute dei suoi soci e di come essi sono capaci di interagire, auto-organizzarsi e collaborare per gli scopi che tutti condividiamo.

Lascio ora che sia la Dr.ssa Faggin ad accompagnarvi nella esplorazione di alcuni particolari del nostro percorso “di rete” nell’ultimo anno.

Avete presente quando si organizza una festa importante? Prima ancora di prepararsi, di mettersi il vestito più adatto, di scegliere la cravatta intonata, di cimentarsi nel trucco, prima di tutto questo la mente inizia a elaborare la fase dei preparativi. Usa la propria immaginazione. La mente si interroga su come sarà la serata, su chi e quanti invitati ci saranno, se sarà una serata formale o informale; insomma, prima che un evento si concretizzi la mente lo crea, lo immagina, lo modifica e lo pianifica perché tutto vada per il meglio. Quando arriva il momento tanto atteso, quando la realtà prende forma dopo un’attenta preparazione, con l’intento di far star bene gli ospiti e lasciare un bel ricordo, l’evento diventa festa.

Siamo alle porte del prossimo congresso FIAMO, dopo un anno dal XX Congresso che si era tenuto a Roma, dove ai partecipanti è stato chiesto di esprime le loro idee sul “congresso che vorrei”. Una piccola formula di invito e apertura, apparentemente poco significativa nel momento in cui compilavate il foglio; ma in una dimensione dove idee, pensieri e desideri portano la stessa energia della materia, ecco che questa piccola formula ha messo in moto energie e dinamiche che si sono amplificate, alimentate dall’intenzione di tutti. Le vostre idee le abbiamo raccolte, lette, commentate e discusse. Confronto, scambio, incontro e approfondimenti clinici questi alcuni dei temi a voi più cari e richiesti.

Il movimento di risposta del nostro network associativo non si è fatto attendere.

Un primo movimento è stato un rinnovamento importante della Segreteria Scientifica, con l’ingresso di nuovi soci, che hanno nutrito il gruppo con la loro energia e freschezza portando nuove idee e soluzioni per l’organizzazione del congresso a partire dalla sede di Orvieto, scelta per la bellezza della città, la fruibilità degli spazi congressuali e i vantaggi economici che offre. Orvieto aveva già ospitato il Congresso Nazionale nel 2009 ed era stata sede di un seminario omeopatico internazionale nel 2005. Anche il titolo e tema conduttore del Congresso esprime quanto emerso da voi: la condivisione dei saperi. Nell’accogliere i nuovi membri della Segreteria Scientifica ringraziamo di cuore l’ottimo lavoro svolto da chi li ha preceduti.

Cavalcando l’atmosfera di condivisione del congresso di Roma e applicando gli insegnamenti del pensiero sistemico ai gruppi sociali è nata una prima comunità di pratica rivolta ai docenti delle scuole FIAMO e condotta dalla sociologa Michela Lupi, per un confronto sui metodi efficaci di insegnamento dell’omeopatia e più in generale sui metodi di comunicazione.

Questo movimento di scambio nel gruppo di docenti ha fatto emergere il bisogno di un ulteriore lavoro sulla comunicazione tra i soci e, raccogliendo la richiesta di Carla De Benedictis portavoce di questa esigenza, il Consiglio Direttivo ha attivato un altro percorso di pratica sulla comunicazione e preparazione dei lavori congressuali. Quattro incontri vivaci, dinamici e ricchi di strumenti pratici ai quali hanno partecipato circa 20 soci, tra membri della Segreteria Scientifica, relatori congressuali e semplici interessati al tema.

Il questionario “il congresso che vorrei” ha fornito numerosi stimoli, richieste e idee che, come quando si attiva la rete dei nostri neuroni mentre la mente immagina e crea, così la rete di relazioni della nostra comunità ha attivato un processo ideativo e creativo che si è sviluppato in più direzioni. Come in organismo vivente le cui attività complesse si avvalgono, prendono forma e si realizzano grazie alla collaborazione di numerosi organi e apparati che agiscono in modo coerente e integrato, così FIAMO è stata protagonista, insieme alle altre Associazioni omeopatiche italiane e a Omeoimprese, di numerose iniziative coordinate nelle diverse direzioni della comunicazione, della ricerca e della formazione. Il gruppo di lavoro OMEOPRESS che si è così costituito, tra Associazioni omeopatiche e Omeoimprese, proseguendo nel monitoraggio e coordinamento della comunicazione nei media, ha anche formato alla comunicazione mediatica, in particolare televisiva, un ristretto gruppo di soci delle diverse Associazioni, affinché siano adeguatamente preparati a sostenere confronti televisivi, nei casi in cui non è opportuno sottrarsi.

Successivamente, da una idea di Raffaella Pomposelli, ci si è confrontati sulla opportunità e necessità di un gruppo di lavoro nazionale per la ricerca in omeopatia. È stato perciò iniziato un percorso di confronto tra esperti interni ed esterni delle Associazioni e di Omeoimprese per valutare se sia possibile trovare obiettivi condivisi di ricerca in cui far confluire almeno parte delle risorse economiche che Associazioni e Imprese mettono già a disposizione, ma sino ad ora in iniziative non coordinate. Il coordinamento porterebbe il vantaggio di maggiori risorse disponibili per singoli progetti, che potrebbero avere quindi un valore scientifico maggiore, grazie ad esempio alla maggiore numerosità delle osservazioni sperimentali e all’accesso ampio a strumenti di ricerca più sofisticati.

Un altro ambito di sviluppo è stato individuato da OMEOPRESS nella potenziale utilità di una associazione di sostenitori dell’omeopatia, che agisca negli ambiti sociali, della comunicazione e politici, a supporto o indipendentemente alle Associazioni di categoria, nella difesa e promozione delle istanze della medicina omeopatica. Sono lavori in corso che stanno mostrando anche qui come il pensiero sistemico offra modelli operativi tra i più adeguati e fruttuosi, in cui collaborazione e condivisione dei saperi contribuiscono a creare opportunità di crescita e comunità più vivaci, creative e coese.

Si è costituito anche il gruppo farmacisti CoFIAO (Coordinamento Farmacisti Italiani Accreditati in Omeopatia), coordinato da Renata Calieri, che riunisce un progetto di collaborazione, scambio e aggiornamento professionale per Farmacisti.

E infine, per rimanere nella metafora della rete neuronale, utilizzando la proprietà dei neuroni specchio, anche la newsletter si è aperta ai desideri e suggerimenti dei suoi lettori con il questionario “la newsletter che vorrei”. Perché i desideri non sono cose da bambini, ma formule per portare nella realtà e concretizzare l’energia del pensiero.

E tu che FIAMO vorresti?

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