cura di:
Marco Colla
Medico Chirurgo – Omeopata BIELLA
Docente Scuola di Medicina Omeopatica Similia Similibus di Torino
studio@marcocolla.it
Monica Delucchi
Medico Chirurgo – Omeopata GENOVA/BRESCIA
Docente Scuola di Omeopatia Centro Studi La Ruota di Milano
monica.delucchi.csr@gmail.com
Mercurius e i suoi nemici
Fiorenza Rocca
Medico Chirurgo – Omeopata CUNEO
fiorenza.rocca@hotmail.com
Franco ha 43 anni. Originario del sud, si è trasferito ormai da 12 anni in una grande città del nord Italia dove lavora come impiegato.
Viene in visita per difficoltà digestive, addominalgie e stipsi; lamenta un dolore addominale diffuso: evacuando ha dolore anale, successivamente il dolore si diffonde alla parete addominale. Ha la sensazione di non evacuare completamente. La pancia è gonfia, con un vivace borborigmo meteorico accompagnato da flati sin dal risveglio. In passato le feci erano dure ed evacuava ogni 3 giorni. Soffre di un’intolleranza al lattosio che si manifesta con mal di testa, bruciore anale e gonfiore addominale. Ha molto appetito, come una voragine nello stomaco. Se prende freddo alla pancia compaiono crampi e si sente paralizzato. L’esordio dei sintomi si era verificato a 18 anni con un ricovero urgente per un attacco di panico e forti dolori addominali. Quell’anno il padre aveva avuto problemi giudiziari. In quarta superiore, l’anno dell’esordio dei sintomi, soffriva spesso di cefalea e non riusciva a concentrarsi: questo problema, unito alle troppe assenze, gli aveva procurato la bocciatura. Ha effettuato nel tempo moltissime visite specialistiche, tutte con esito negativo e diagnosi di “colon irritabile”. I sintomi più ricorrenti erano dolori addominali con sudorazione fredda e giramento di testa, bruciore alle prime vie aeree. Ha eseguito più volte la gastroscopia che ha evidenziato lieve gastrite erosiva, esofagite da reflusso e positività all’Helicobacter pylori per cui ha effettuato terapia eradicante. Negli anni ha dovuto curare frequenti ascessi dentari.
Lamenta un dolore lombare che insorge al risveglio alzandosi dal letto e migliora dopo l’evacuazione mattutina. L’esordio risale al novembre 2022 durante l’infezione da SARS-CoV-2, periodo in cui era stato coricato a lungo sul divano. Alla radiografia si evidenzia uno schiacciamento vertebrale L5-S1. Il dolore aggrava restando in piedi a lungo e migliora stando seduto. L’infezione da SARS-CoV-2 è stata “uno spartiacque”, così la definisce Franco: la ripresa energetica non è mai avvenuta completamente. Nonostante la malattia si sia presentata in forma lieve (secchezza nasale, febbre, artralgie) e sia scomparsa in pochi giorni con la sola terapia antinfiammatoria, l’ha lasciato debilitato e prostrato per lungo tempo. Da un anno è comparso un dolore in fossa iliaca destra che si presenta spesso dopo aver giocato a pallone, dove è molto competitivo e gioca con intensità; flettendo il busto in avanti il dolore aumenta.
Riferisce saltuaria stranguria dopo aver evacuato e dolore sovrapubico irradiato al glande. Talvolta si arrossa il glande e sente bruciore durante e dopo l’eiaculazione. Soffre di disfunzione erettile ed eiaculazione precoce. Soffre di prostatite cronica e di renella; in passato ha sofferto di orchite e epididimite destra, balanopostite con uretrite da Proteus.
Soffre di rinite allergica con iperlacrimazione. Ha subito un intervento per ipertrofia dei turbinati, che non ha risolto la situazione: i sintomi sono ricomparsi dopo due mesi.
Ha un carattere ansioso, non ha buona memoria, “cancello, non elaboro”. Era molto ansioso a scuola, soprattutto quando era in difficoltà ma quando aveva buoni risultati non gradiva emergere ed essere diverso dagli altri.
È irritabile: si sente una molla che vorrebbe scattare, gli dà fastidio tutto. Scatta effettivamente solo quando guida o ha dolore. Durante le partite di calcio non riesce a sopportare che i compagni di squadra sbaglino. L’irritabilità è costante sin dal risveglio. È triste e irritabile quando ha fame, migliora mangiando. Quando sente un dolore, qualsiasi esso sia, si preoccupa, ma grazie all’adrenalina sportiva riesce a star meglio. Soffre di ipocondria: si chiede il perché di ogni sintomo, consulta spesso specialisti di ogni tipo, teme i sintomi che potrebbero comparire, si interroga costantemente sui cibi più opportuni, ha pensieri ossessivi sul mal di schiena. Numerosi sono stati gli accessi in Pronto Soccorso per addominalgie crampiformi con tracce ematiche e feci liquide, crisi di panico con sensazione di calore, vertigine, dispnea, oppure sindrome vertiginosa posizionale, stranguria ed ematuria.
È razionale, ma riferisce un buon intuito: “quando non ho seguito l’intuito sono incappato in errori; conoscendo meglio persone che a pelle non mi piacevano ho avuto la conferma”. Vorrebbe però essere più di cuore, meno di testa. Si definisce pigro e stanco. Vorrebbe essere più determinato. È molto attento alla gestione economica: parsimonioso nelle spese, si documenta sulle questioni finanziarie. Da bambino era molto vivace, furbetto, super viziato e coccolato, fino all’arrivo dei fratelli gemelli a 4 anni. Poi c’è stato un netto cambio: era geloso, faceva dispetti ai fratelli già nella culla. Non voleva che gli toccassero le sue cose perché gliele rovinavano. Aveva la passione di smontare tutti gli oggetti per capire come funzionavano.
Quando suo padre ha avuto problemi giudiziari, uscire di casa era imbarazzante, non era sereno, temeva di essere additato dalla gente che pensava che il padre fosse realmente colpevole: è stata una macchia per tutta la famiglia, anche se è sempre stato convinto della sua innocenza. Nonostante i numerosi procedimenti giudiziari la verità non è mai emersa; la vicenda è durata più di 10 anni, fino alla morte improvvisa del padre senza che si fosse giunti a una sentenza definitiva di condanna o assoluzione.
Dopo questa vicenda non ha mai più raggiunto un equilibrio, “avevo una guerra dentro”.
Rimpiange di non aver fatto l’università: “sapevo di essere capace, avevo superato esami difficili che altri non sono riusciti”. Negli anni si è avvicinato alla fede e ha conosciuto un sacerdote che lo sostiene tuttora nel cammino della vita: negli anni difficili questa figura era l’unica che lo aiutava a stare meglio, dopo un incontro con lui piangeva e si rilassava, dormiva come non riusciva mai a fare, e tutti i sintomi si calmavano.
Come figlio maggiore maschio sentiva il peso della responsabilità per la famiglia. Ha cambiato diverse mansioni nei primi anni, fino a decidere di trasferirsi al nord per darsi nuove opportunità di lavoro meglio remunerate e per potersi allontanare dalla sua storia famigliare.
Il nuovo lavoro al nord però era pesante perché il clima non era disteso: ha subito mobbing, gli veniva richiesto un compito ma non veniva messo nelle condizioni di svolgerlo; si sentiva vessato dal capo: “ho percepito di vivere la stessa situazione di mio padre: ero vessato come lui ma non volevo stare zitto. Dovevo muovermi in modo scaltro. Avevo la carogna dentro: avevo visto il male, cosa possono fare le persone cattive, e non potevo accettarlo”. “Ero guardingo, in allerta anche con i colleghi: avevo già deciso di cambiare lavoro ma prima di andarmene volevo combattere”. “Mio padre pur venendo vessato non si è mai fatto spostare dal suo ufficio”.
Si sente solo nella nuova città; la famiglia di origine è lontana, ha pochi amici, fatica ad avere una relazione affettiva. Va sotto pressione quando è in una relazione: si sente insicuro, a volte si chiude a riccio e le insicurezze emergono. Dice di non comunicare le emozioni e che nessuno lo conosce veramente.
Non ama i luoghi affollati, desidera il silenzio e i posti tranquilli. Ama fare smart working, lavorare fuori casa peggiora i sintomi perché si deve relazionare con gli altri: “dovrei fregarmene di più, invece mi viene ansia perché non mi sento preparato”.
La cronaca nera lo fa arrabbiare e gli mette paura, “quante persone accanto a me potrebbero compiere azioni efferate?”. Riferisce difficoltà ad adeguarsi al gruppo, non fa le cose che fanno gli altri per essere accettato, come per esempio fumare e bere. Non sopporta l’autoritarismo. Vorrebbe essere visto come una persona per bene: che non danneggia ma piuttosto aiuta la gente”. Non vorrebbe dire menzogne per fare il male. Ammira quelli che sanno cosa vogliono e lo perseguono. Ammira un amico di origini contadine ma colto, onesto, amante della filosofia che ha un’azienda e si rapporta ai dipendenti in modo strepitoso, conosce i loro nomi: chiunque di loro può avere idee innovative e dare il proprio contributo come valore aggiunto.
È molto attento alla forma fisica, alla cura del corpo e dell’abbigliamento, dice che “è il biglietto da visita”.
Ricorda incubi fatti in passato su persone che lo rincorrono per catturarlo o tentano di entrare in casa.
Prova tristezza quando si trova a vivere cose nuove da solo, vorrebbe un consiglio o un supporto: “un’altra persona vede cose che potrebbero confermarti e la percezione diventa non più soggettiva ma oggettiva”.
Si sente “solo contro un branco di lupi”: il lupo è il suo animale preferito, si vede come lupo, che “sta bene solo e in branco, il leader del branco sta dietro, controlla tutto e fa sì che si proceda senza pericoli, è molto intelligente, non si lascia addomesticare”; lui stesso si considera mansueto ma non addomesticato, solo in apparenza obbediente.

L’indagine repertoriale fa emergere Mercurius nelle prime posizioni.
La tematica che ha supportato la scelta diagnostica è la sfiducia verso le persone; sente il mondo e la gente come pericolosi, teme il genere umano, chiunque può ucciderlo o vessarlo; è diffidente e sentendosi solo contro tutti è stato costretto a diventare un lupo. Teme la menzogna. Scappa perché si sente sotto perenne accusa. Trattiene le emozioni, in modo particolare la rabbia che somatizza a livello viscerale. Cerca di nascondere ogni segno fisico che lo possa far apparire “diverso” agli occhi dei suoi simili, perché “se mi vedono me la fanno pagare”. L’ipocondria è sia espressione di rabbia rivolta contro sé stesso che desiderio di perfezione fisica; quando manca la performance fisica occorre compensare con l’agilità mentale, la furbizia, la genialità e la scaltrezza. Questo quadro corrisponde alla keynote classica di Mercurius che “si percepisce perseguitato dai nemici e che per sopravvivere deve aguzzare ingegno e astuzia”.
Consultando la Materia Medica di Hahnemann considero che una parte del proving è stata condotta utilizzando Mercurius vivus; numerosi sintomi fisici del paziente corrispondono alla sperimentazione effettuata col vivus; dopo la consultazione di altre Materie Mediche decido di prescrivere inizialmente Mercurius vivus 30CH 5 gocce 1 volta a settimana.
Alla visita di controllo dopo 3 mesi riferisce che l’addome è solo occasionalmente gonfio, non ha più dolore, solo fastidi saltuari. L’intestino è regolare. Ha cambiato felicemente lavoro, esprimendo i suoi talenti in una situazione problematica; pur temendo il giudizio ha affrontato con tranquillità le prove richieste. Sente il peso delle aspettative altrui ma regge abbastanza bene le dinamiche.
Il glande si è recentemente arrossato con urgenza di andare a urinare. Il mal di testa si è fatto sentire solo nei momenti di stanchezza.
Nell’ultimo periodo è tornata la paura della morte, la sente come imminente e misteriosa. “sono da solo, sento un senso di vuoto, annullamento”. In quei momenti la fede lo aiuta. Il discreto risultato conseguito e la presenza di aggravamenti coerenti con la legge di guarigione, così come di segnali di crisi psorica, mi fanno propendere per la continuazione della terapia con Mercurius vivus 30CH 5 gocce 1 volta a settimana, mettendo per il momento “in stand by” il più “titolato” Mercurius solubilis.
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