Massimo Fontana
Medico Chirurgo – Omeopata MILANO
www.massimo-fontana.com
www.omeopatia.org
Morbo di Basedow-Graves
curato con l’omeopatia
Un caso clinico
Questo lavoro è stato presentato al XXI Congresso FIAMO “La condivisione dei saperi” del 28-30 marzo 2025 in Orvieto. Rivisto per la pubblicazione.
SUMMARY
In this paper, I describe a clinical case of Graves’ disease with severe bilateral exophthalmos, treated exclusively with homeopathic therapy. I aim to highlight an approach to case management that I have systematized over the years and that we generally apply during live clinical sessions at the School of Homeopathic Medicine in Verona, with the active participation of students.
I had the opportunity to study homeopathy under the guidance of distinguished teachers such as Alfonso Masi Elizalde, George Vithoulkas, and Massimo Mangialavori. Drawing from their teachings and my clinical experience, I have developed a method that is both flexible and practical.
KEYWORDS
Graves’ disease. Bilateral exophthalmos. Anxiety. Fear of dying.
RIASSUNTO
In questo lavoro descrivo un caso clinico di Morbo di Basedow-Graves con grave esoftalmo bilaterale curato esclusivamente con la terapia omeopatica. Vorrei evidenziare un metodo di approccio al caso che ho sistematizzato negli anni e che, in linea generale, applichiamo anche nei pomeriggi di clinica dal vivo alla Scuola di Medicina Omeopatica di Verona, con la partecipazione degli studenti.
Ho avuto modo di apprendere l’omeopatia da grandi insegnanti come Alfonso Masi Elizalde, George Vithoulkas e Massimo Mangialavori; dai loro insegnamenti e dalla mia esperienza clinica, ho sviluppato un metodo che è al contempo flessibile e pratico.
PAROLE CHIAVE
Morbo di Basedow-Graves. Esoftalmo bilaterale. Angoscia. Paura di morire.
Introduzione
La sindrome di Basedow-Graves, nota anche come malattia di Graves o morbo di Basedow, è una forma di ipertiroidismo (produzione eccessiva di ormoni tiroidei). È causata dalla produzione anomala di autoanticorpi da parte del sistema immunitario, diretti contro il recettore dell’ormone tireotropo (TSH) presente sulle cellule della tiroide. Questi autoanticorpi stimolano la produzione incontrollata di ormoni tiroidei, causando una forma di ipertiroidismo caratterizzata da disturbi oculari come gonfiore, infiammazione e sporgenza del globo oculare.
L’ipertiroidismo può essere causato anche da altre condizioni, come noduli tiroidei o alcuni farmaci, ma circa tre casi su quattro sono dovuti alla malattia di Graves.
La malattia di Graves colpisce principalmente le donne, con un’incidenza 7-8 volte superiore rispetto agli uomini, e generalmente si manifesta prima dei 40 anni. Le persone che soffrono di altre malattie autoimmuni o che hanno familiari con malattia di Graves hanno un rischio maggiore di sviluppare la condizione.
SINTOMI
La malattia di Graves si presenta con la cosiddetta Triade di Merseburg, che comprende:
presenza di gozzo (aumento di volume della ghiandola tiroidea)
aumento del battito cardiaco (tachicardia)
sporgenza dei globi oculari al di fuori delle orbite (esoftalmo).
Gli ormoni tiroidei influenzano molti organi, quindi i sintomi della malattia di Graves possono includere:
• ansia, irritabilità e disturbi del sonno
• leggero tremore delle mani o delle dita
• sensibilità al calore e aumento della sudorazione
• perdita di peso, nonostante normali abitudini alimentari
• ingrossamento della tiroide (gozzo)
• cambiamenti nei cicli mestruali
• disfunzione erettile o riduzione della libido
• frequenti movimenti intestinali
• sporgenza degli occhi (oftalmopatia di Graves)
• debolezza muscolare e fatica
• ispessimento e arrossamento della pelle a livello degli stinchi o sulla parte anteriore dei piedi (dermopatia di Graves)
• battito cardiaco accelerato o irregolare (palpitazioni).
OFTALMOPATIA DI GRAVES
Un terzo delle persone affette dalla malattia di Graves ha tessuti intorno agli occhi gonfi e infiammati, condizione nota come oftalmopatia o orbitopatia di Graves. Solo nel 5% dei casi l’infiammazione è così grave da causare problemi di vista significativi o permanenti. La gravità dei disturbi oculari non dipende dalla gravità dell’ipertiroidismo. I sintomi dell’oftalmopatia di Graves possono includere:
• sporgenza di uno o entrambi gli occhi (esoftalmo)
• pressione o dolore agli occhi
• gonfiore o retrazione delle palpebre
• arrossamento e bruciore degli occhi al risveglio
• sensibilità alla luce
• sdoppiamento della visione (diplopia)
• perdita della vista.
L’oftalmopatia è più comune e grave nelle persone con malattia di Graves che fumano sigarette.
MATERIALI E METODI
A. Le scuole di pensiero in Omeopatia variano molto, influenzando il metodo e l’approccio alla gestione del caso clinico.
B. Non esiste un unico metodo assoluto; ciò che espongo è basato sulla mia esperienza clinica e può evolvere.
Nessun metodo come metodo, nessun limite come limite.
(Bruce Lee)
Per tradurre le conoscenze mediche in una prescrizione che consideri la patologia clinica e il vissuto dei pazienti, è necessario un approccio flessibile, ma standardizzato. I passaggi fondamentali sono:
1) RESET
Lasciar da parte l’ansia prescrittiva per ascoltare attentamente e permettere al paziente di raccontarsi spontaneamente.
2) OSSERVAZIONE
Notare come si presenta il paziente: abbigliamento, atteggiamento, tono di voce, mimica facciale, grado di affabilità o sospettosità, socievolezza o timidezza.
3) PREANALISI
Valutazione preliminare della situazione clinica ed energetica del paziente, considerando l’efficacia dell’intervento omeopatico.
4) TRASCRIZIONE
Trascrivere fedelmente il racconto del paziente, cercando di interrompere il meno possibile e dando rilevanza ai toni e all’intensità dei sintomi.
5) ANALISI
Analizzare i temi e i sintomi più rilevanti e omeopatici (§153 dell’Organon).
6) REPERTORIZZAZIONE
Basata sui sintomi e temi selezionati come cruciali per il caso.
7) SCELTA DEL RIMEDIO
Scegliere il rimedio più adeguato tra quelli proposti dalla repertorizzazione, verificando la sintomatologia su diverse Materie Mediche.
8) SCELTA DELLA POTENZA
Valutare la potenza del rimedio selezionato, usando una scala adeguata al caso e alla patologia (acuta o cronica) e i tempi di somministrazione.
9) VALUTAZIONE PROGNOSTICA
Valutare cosa aspettarsi dalla terapia e in quali tempi, concordando consigli e prescrizione con il paziente per creare un campo terapeutico da discutere nelle visite future.
IL CASO CLINICO: NORA
Ho visitato Nora per la prima volta nell’aprile 2008; aveva 43 anni. Essendo un caso piuttosto datato e con un lungo follow-up, riporterò solo gli aspetti più rilevanti ed essenziali ai fini della comprensione del quadro clinico.
Nora si è presentata alla visita con abbigliamento sobrio e sportivo. I suoi movimenti erano rapidi, suggerendo uno stato di tensione. L’espressione del viso, quasi terrorizzata, mi ha colpito molto. Il suo volto mostrava un evidente esoftalmo bilaterale e la presenza di un gozzo discreto.
Questo è il suo racconto:
“Mi rivolgo a lei come ultima speranza: la mia dottoressa di base mi ha parlato molto bene di lei e desidero risolvere questa problematica. Da circa un anno soffro del morbo di Basedow e né IL TIAMAZOLO con tre pastiglie al giorno né altri trattamenti sono riusciti a controllare la malattia. Ora mi propongono la tiroidectomia, una prospettiva che mi spaventa profondamente.”.
Noto nell’espressione e nella mimica facciale di Nora un forte stato di tensione e lascio tempo al suo sfogo e al suo pianto…
“Poi c’è, e non meno importante, questo maledetto problema degli occhi che mi condiziona assai più della tiroide e che mi sta facendo perdere anche il mio lavoro.
L’esoftalmo che lei certamente avrà notato mi produce una diplopia… non riesco a leggere né a guidare né a lavorare sul computer che è il mio lavoro [si occupa di grafica pubblicitaria presso una agenzia]… e poi non riesco nemmeno più a fare quello che a me è sempre piaciuto e cioè fare sport e soprattutto la mountain bike…”. PIANGE NUOVAMENTE…
“Mi dica che possiamo fare qualcosa… sono proprio disperata…”
Capisco di dover lasciare spazio alla sua angoscia, ma anche che non devo lasciarmi coinvolgere troppo emotivamente dalla sua disperazione e cerco di rimanere in ascolto, ma anche distaccato, senza affannarmi a cercare una soluzione terapeutica che si preannuncia comunque assai difficile.
“Se devo essere sincera, andare sotto i ferri mi terrorizza… certo, ho paura di restarci… ma anche togliermi un pezzo del corpo così importante non mi sembra la soluzione migliore e ci voglio almeno provare a evitarlo.
LA MIA ANSIA, ANGOSCIA, TERRORE è che tutti questi miei sintomi che RIGUARDANO GLI OCCHI siano irreversibili… e che non riuscirò mai più ad essere come prima… PERCHE’ HO QUESTA CALOTTA QUA SOPRA GLI OCCHI… Non ci vedo o vedo doppio e questo mi manda nel panico…
Poi sono inquieta e ho il nervoso… devo fare molto sforzi per non arrabbiarmi al lavoro… e non lo so, c’è qualcosa che non funziona. E NON SONO MAI CONTENTA… né di me né delle persone… come se anche loro mi soffocassero…Mi sento stringere la gola e non sopporto di avere nulla intorno al collo, né abiti né collane…
Ho palpitazioni e sovente mi sento un peso e una stretta qui al petto… come se ci fosse un fil di ferro che mi stringe… ma credo sia solo la mia tensione, perché la pressione arteriosa e i controlli cardiologici sono tutti nella norma.”
Chiedo di visionare gli esami e l’ecografia tiroidea, che evidenzia un aumento diffuso della ghiandola con la presenza di alcuni noduli.
Questi sono i valori rilevati nonostante la terapia con Tiamazolo:
• S-fT3: 11.6 (rif. 2.8 – 7.1)
• S-fT4: 28.2 (rif. 11.5 – 24.5)
• S-TSH: 0.006 (rif. 0.270 – 4.500)
“Il sonno è un disastro. Quando vado a letto, il cuore sembra una locomotiva. Se riesco ad addormentarmi, mi sveglio molte volte e i pensieri mi causano paura, che di notte è più intensa. Mi terrorizza andare a dormire; temo che con palpitazioni così forti non mi sveglierò più. Spesso sento la gola stringersi come se soffocassi e non so cosa fare.
Ho fame ma non so cosa mangiare. Ho spesso diarrea e ho perso peso, anche con cibi semplici. Alla sera sono distrutta senza aver realizzato niente.”
Chiedo a Nora come sta vivendo lei questo problema di salute e quali sono le sue sensazioni.
“Guardi, per me questo corpo sta diventando una vera gabbia, mi sento come costretta… Il cuore che sembra stia per esplodere e poi mi prende una malinconia profonda come l’oceano Atlantico…
A volte mi pulsa anche la testa… come se ci fosse una congestione… UNA CONGESTIONE FORTISSIMA e mal di testa violento…
Il respiro è irregolare e talvolta percepisco una sensazione di soffocamento e pressione al collo, tanto che non sopporto indossare nulla attorno al collo, nemmeno collane o colli delle camicie.
Gli occhi sono il mio più grande problema. Mi fanno male, non vedo bene e a volte pulsano.”
Nora scoppia in un pianto disperato: “Penso che sto per morire.”.
Chiedo a Nora come vanno le sue relazioni con gli altri in questo periodo.
“Ho voglia solo di stare per conto mio e di non vedere nessuno e quando sono costretta a rapportarmi, mi irrito per un nonnulla… specie se mi contraddicono… e poi in questo modo divento indecisa e non so più come procedere…
Ah, poi non le ho detto che mi vengono pure le vertigini… Sarà tutta questa congestione e pulsazione che ho alla testa.
Mi succede ogni tanto che mi sveglio alla mattina che ho quei pensieri sul senso della vita, lo scopo… e forse succede perché non ho tanti scopi… e non ho una meta da raggiungere… a parte sopravvivere in questo momento….”
Domando a Nora se ricorda qualche sogno.
“A volte faccio qualche sogno erotico, forse perché è un po’ che non ho relazioni stabili…
e più spesso sogno di cadere… mi succede sin da bambina.
Ma non lo so… cado e basta… Mi prende l’angoscia e allora mi sveglio per paura che se continuo a sognare posso morire per la caduta e ovviamente mi sveglio spaventata e in un bagno di sudore.
Mi sento vecchia e non ho un compagno, mi sento le rughe e il fisico sta cedendo… e mi fa male e questo e quello… come se tutto
fosse una montagna da scalare… Forse è come nel mio sogno… ma questa volta mi sa che è una caduta definitiva!”
TEMI E SINTOMI DEL CASO CLINICO DI NORA
• Gozzo tiroideo ed evidente esoftalmo bilaterale.
• Sensazione di costrizione in diverse zone del corpo (torace, gola).
• Angoscia e paura della morte: ipocondria significativa e disperazione nella guarigione.
• Restrizione dei rapporti interpersonali: isolamento relazionale e affettivo (descrivibile come una “desertificazione” della vita relazionale).
• Il vissuto onirico come metafora dell’approssimarsi alla fase terminale della vita (sogni di caduta interpretabili come la “caduta definitiva”).
• Riduce le sue energie al minimo al fine di “sopravvivere”.
REPERTORIZZAZIONE

PRESCRIZIONE
CACTUS GRANDIFLORUS Q 1
5 gocce/die in mezzo bicchiere d’acqua una volta al dì.
FOLLOW UP
Non posso riportare tutto il follow-up, che è di molti anni, ma posso dire che Nora ha continuato a venire regolarmente in visita, una o due volte l’anno, anche dopo aver risolto i suoi problemi di salute e mi ha fornito puntuali aggiornamenti tramite email.
Con l’assunzione del rimedio nelle progressive diluizioni Q (fino alla Q 9), Nora è migliorata costantemente; gli occhi sono guariti completamente già dopo 2 mesi, permettendole di leggere normalmente e lavorare al computer, con grande sorpresa dell’oculista/ortottico. La tiroide non è stata asportata e praticamente tutti i sintomi di ipertiroidismo sono scomparsi nel giro di qualche mese.
Ecco alcuni valori ematici di controllo eseguiti nel tempo:
Aprile 2009:
• TSH 2.67 (0,270 – 4,500)
• FT4 16.6 (11.5 – 24.5)
• FT3 5.2 (2.8 – 7.1)
Giugno 2011:
• fT3 4.7 (2.8 – 7.1)
• fT4 17.3 (11.5 – 24.5)
• TSH 3,31 (0,270 – 4,500)
Febbraio 2014:
• FT3 4.8 (2.8 – 7.1)
• FT4 16.0 (11.5 – 24.5)
• TSH 2.7 (0,270 – 4,500)
Marzo 2015 (dopo un anno di sospensione del rimedio):
• S-fT3 5.1 (2.8 – 7.1)
• S-fT4 14.4 (11.5 – 24.5)
• S-TSH 6.20 (0.270 – 4,500).
Mail del 19/11/2015:
Buongiorno Dott. Fontana,
ho fatto gli esami di routine e sono tutti nella norma.
• S-fT3: 5.0 (rif. 2.8 – 7.1)
• S-fT4: 13.9 (rif. 11.5 – 24.5)
• S-TSH: 1.79 (rif. 0.270 – 4.500).
Esami del 6/6/2017:
• S-fT3 (TRIIODOTIRONINA LIBERA): 5.3 pmol/L (rif. 2.8 – 7.1)
• S-fT4 (TIROXINA LIBERA): 15.4 pmol/L (rif. 11.5 – 24.5)
• S-TSH: 2.700 mU/L (rif. 0.270 – 4.500).
In questi anni, Nora ha trovato un impiego più adatto alle sue capacità e creatività, e ha avuto relazioni affettive, una delle quali è ancora stabile. Ha ripreso la mountain-bike
con escursioni impegnative anche oltre nazione. Ora affronta la fase climaterica senza troppe difficoltà. Stralci dei suoi relati:
“Non so come ringraziarla per avermi aiutato a riprendere in mano la mia vita. Grazie per la pazienza e il supporto.”
“Fisicamente mi sento bene. Una ciste al seno è scomparsa all’ultima ecografia; vivo in modo diverso e affronto l’angoscia meglio.”
“L’oculista dice che la mia miopia è stazionaria. Ho lavorato dalle 9 alle 22 e ho retto.”
“Ho un rapporto a distanza con il mio fidanzato, ci vediamo ogni 3 settimane. Mi manca la parte affettiva. Vorrei qualcosa di più.”
“Sogni… niente di particolare. Un drago verde, tunnel stretti, ma risolvo situazioni ansiogene.”
“Ho fatto un giro in bici in Canada, Trans-Canada. Molto bello, anche se faticoso.”
“Sognato 4 cavalli alati accanto all’aereo. L’aereo finalmente atterrato.”
“Vacanze negli Stati Uniti, San Francisco e Utah per mountain bike. Attendo con ansia.”
“Ho appena compiuto 50 anni e ho fatto una grande festa. Iniziato una nuova storia, ma penso finirà presto. Voglio un compagno per la vita.”
“Ora trovo la strada più velocemente e risolvo l’ansia prima.”
“Dopo un anno senza rimedio, sono tornata alla Q 7 e tutto è migliorato in dieci giorni.”.
Domando a quale nome ascrivere la sua storia per studenti o congressi.
Mi risponde: “NORA perché, se avessi avuto una figlia, l’avrei voluta chiamare così”.
CONCLUSIONI
Ho cercato di riportate le esatte frasi, esclamazioni e modalità espressive di Nora durante il consulto, perché rappresentano nel modo migliore le sue sensazioni e ciò che prova davvero!
Per la cura di Nora si è utilizzato una delle cactacee conosciute in omeopatia (Cactus grandiflorus) che solitamente vengono usate per patologie acute o in patologie terminali.
Ma, nella pratica clinica, come tanti colleghi hanno sperimentato, accade di prescrivere i cosiddetti rimedi degli stati acuti (Aconitum e Belladonna, ad esempio) in patologie croniche o recidivanti; in più occasioni tali rimedi hanno potuto risolvere patologie difficili e invalidanti.
Il caso clinico esposto ha mostrato, con netta evidenza, come un rimedio omeopatico adeguatamente selezionato in genere e potenza, può risolvere patologie profonde, modificando le analisi cliniche di laboratorio e, dato certamente non meno importante, migliorando anche l’attitudine generale della persona, le sue ansie e le sue paure.
BIBLIOGRAFIA
1) C. F. Samuel Hahnemann: Organon dell’arte di guarire (edizioni 6a) S.I.M.O.H.
2) C. F. Samuel Hahnemann: Malattie croniche: loro vera origine e cura omeopatica; De Ferrari Editore
3) Alfonso Masi Elizalde: Riflessioni omeopatiche (vol 1 e 2); De Ferrari Editore
4) George Vithoulkas: Materia medica viva; edizioni Belladonna
5) George Vithoulkas: La scienza dell’Omeopatia; edizioni Cortina
6) Massimo Mangialavori: Praxis (Volume Primo); Matrix Editrice
7) Shankar Phatak: Materia Medica of Homoeopathic Medicines – A Concise Repertory of Homoeopathic Medicines
8) William Boeriche: Materia Medica Omeopatica
9) John Henry Clarke: Dictionary of Practical Materia Medica
10) Costantine Hering: The guiding symptoms of our Materia Medica
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