Simone, la sua tosse e i peli del gatto

Marco Colla
Medico Chirurgo – Omeopata BIELLA

studio@marcocolla.it

Docente Scuola di Medicina Omeopatica Similia Similibus di Torino

Monica Delucchi
Medico Chirurgo, Internista – Omeopata GENOVA/BRESCIA

monica.delucchi.csr@gmail.com

Docente Scuola di Omeopatia Centro Studi La Ruota di Milano

Storie di omeopatia quotidiana

Guarigioni in breve raccontate dagli omeopati italiani (e non)

Storie di omeopatia quotidiana

Questa rubrica è stata creata per favorire la pubblicazione dei tanti casi clinici che gli omeopati affrontano durante il loro quotidiano lavoro. Per l’Omeopata nessun caso è facile, nessun caso è impossibile. Ogni caso ha una soluzione che è degna di essere conosciuta perché non esistono due casi uguali. Scrivere i nostri casi clinici è utile per perfezionare la nostra pratica. Leggere i casi altrui è una via veloce per apprendere: prima o poi avremo di fronte una caso simile e ci ricorderemo della soluzione proposta dal collega. Fate conoscere i vostri successi quotidiani!

Norme per gli Autori

1) Descrizione sintetica del paziente e della sintomatologia.
2) Metodo usato per elaborare i dati e trovare il rimedio più adatto, specificando:
i) I sintomi scelti per la prescrizione.
ii) Il repertorio e le rubriche scelte.
iii) Le eventuali diagnosi differenziali.
iv) Le motivazioni della scelta finale.
3) Risultati e breve discussione.
I casi possono essere sia acuti che cronici.

Simone, la sua tosse e i peli del gatto

Michela Nava
Medico Chirurgo, Omeopata – Bergamo

michy.nava@yahoo.it

Vedo in visita Simone, 5 anni, perché ha una tosse che non si risolve. Nella sua scuola materna, così come in altri istituti della nostra zona, in questo periodo ci sono moltissimi casi di infezioni delle alte vie respiratorie; anche lui ha presentato nei giorni precedenti un po’ di raffreddore, poche secrezioni, poca febbre, tutti sintomi risolti spontaneamente con “i rimedi della nonna”, tisane con miele e suffumigi, senza farmaci o altre terapie.

La mamma non è una persona apprensiva, non ha l’abitudine di intervenire subito con prodotti o rimedi, è solita lasciare che le piccole intercorrenze stagionali facciano il loro corso senza preoccuparsi troppo, ma stavolta mi contatta perché la tosse di Simone non accenna a risolversi.

È una tosse spasmodica, soprattutto notturna, secca, senza secrezioni.

Dopo quei due giorni iniziali di febbricola non ha più avuto alterazioni della temperatura.

Durante il giorno, il bimbo ha una buona energia, gioca normalmente, mangia con appetito, tossisce poco: ha qualche accesso solo se chiacchiera molto, sembra che gli attacchi di tosse diurni siano scatenati dal parlare. Per il resto, è di buon umore durante la giornata, come suo solito, ma non al mattino: di notte, infatti, non riposa per questa tosse insistente che lo sveglia a orari variabili e più volte, impedendo un sonno accettabile.

Dopo aver fatto colazione, piano piano il suo stato generale migliora ed è felice perché la mamma non va al lavoro per stare con lui: è sempre stata una sua caratteristica, se quando non sta bene non ha mamma o papà vicino, diventa irrequieto e gli vengono mille paure, altrimenti è un bimbo tranquillo.

La mamma mi racconta che Simone si addormenta abbastanza bene, ma sono proprio gli accessi di tosse a svegliarlo: inizia a tossire in modo spasmodico, con un viso rosso e congesto per lo sforzo, a volte per gli attacchi prolungati ha qualche conato (ma è a stomaco vuoto, non vomita). Questi parossismi si susseguono in modo ravvicinato più volte per notte, cosa che non gli è mai successa.

Alla visita la lingua è pulita, la bocca e il faringe non sono arrossati, non ci sono rumori all’apparato respiratorio, non ci sono secrezioni. Si apprezzano solo piccoli linfonodi laterocervicali morbidi e non dolenti, noto un po’ di raucedine quando parla.

Mi racconta spontaneamente che in questi giorni ha un gustaccio in bocca che “sa di sporco e di amaro”, che è per questo motivo che vuole sempre le caramelle (la mamma mi conferma che non è sua abitudine richiederle con questa insistenza) e che quando tossisce è perché se parla gli prude la gola, come se avesse i peli del suo gatto proprio lì.

Repertorizzo i sintomi raccolti: naturalmente per selezionare le rubriche ho dovuto sostituire la sensazione dei peli del gatto in gola con la sensazione di una piuma, che sul Repertorio è presente.

Dall’analisi repertoriale emergono diversi rimedi; quelli su cui mi focalizzo sono Ipecacuanha e Drosera. A Ipeca avevo pensato subito per la tosse insistente e convulsiva, per il sintomo del conato dopo la tosse e per l’arrossamento del volto durante i parossismi.

Il bambino e i sintomi che presenta non hanno le caratteristiche tipiche né di Belladonna né di Carbo vegetabilis, mentre Pulsatilla non ha tipicamente il rossore congesto durante la tosse, la sensazione di piuma in gola e ha di solito secrezioni tipiche, che qui mancano.

Mi concentro quindi su Drosera rotundifolia e Ipecacuanha e consulto la Materia Medica.

Dalle descrizioni in letteratura, il soggetto che ha bisogno di Ipeca è impaziente, irritabile, prostrato; sono presenti emorragie (per esempio epistassi), nevralgie, corizza e lacrimazione, tutti sintomi che non ritrovo in Simone e che sono assenti in Drosera, che invece presenta anche i sintomi che mi avevano fatto pensare in un primo momento a Ipeca.

Prescrivo quindi Drosera rotundifolia 9 CH, 3 gocce due volte al giorno e in plus durante gli accessi notturni.

Il miglioramento è netto già dalla prima notte, con sedazione degli attacchi piuttosto rapida. La seconda notte, Simone ha solo un risveglio e dalla terza notte smette di tossire. Mi dice: “i peli del gatto non ci sono più!”.

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